Razzismo, vescovi: “Clima xenofobo, Salvini pesi le parole”

Manifestazione contro il razzismo con un cartellone con la scritta "STOP RAZZISMO"
Il mondo sanità con cittadini. Manifesti in strade e studi ANSA/MAURIZIO DEGLI' INNOCENTI

ROMA. – Di fronte al ripetersi in Italia di aggressioni xenofobe, voci della Chiesa cominciano una ad una ad alzare la voce per dare una sorta di ‘altolà’ al governo, in particolare per certi toni aggressivi sui migranti, o semplicemente liquidatori dell’emergenza razzismo che – a giudizio dei vescovi – rischiano di alimentare l’escalation di violenza. Dopo l’ormai celebre e discusso “Vade retro Salvini” di Famiglia Cristiana, e dopo prese di posizione di singoli prelati, impegnati in particolare sul tema dell’accoglienza ai migranti, è il giornale della Cei, Avvenire, a dire parole chiare.

Innanzitutto col titolo d’apertura, “Vergogniamoci”, associato alla foto di Daisy Osakue, l’azzurra di atletica presa di mira, e ferita, da un lancio di uova nel Torinese. “Dicono che non c’è razzismo in ciò che è accaduto e per di più il ministro dell’Interno Salvini ha ritenuto di liquidare come ‘sciocchezze’ gli allarmi di quanti denunciano il clima xenofobo e i rischi di escalation razzista. Pesi bene le parole. Guardi la realtà e ascolti anche altre voci della destra italiana. Negare l’evidenza di diversi episodi non fa altro che assolvere e ingigantire il mostro. Vergogniamoci, e reagiamo di civiltà”, scrive quindi in prima il direttore Marco Tarquinio.

“Chi guarda il volto di Daisy Osakue può fare solo una cosa: vergognarsi. Noi italiani dovremmo vergognarci tutti insieme”, afferma Tarquinio nel suo editoriale dal titolo “Quel mostro da riconoscere”. “Perché quel volto segnato – spiega il quotidiano dei vescovi -, è certamente il volto di una cittadina italiana dalla pelle nera, una giovane donna e atleta bersagliata solo e soltanto per la sua ‘inermità’ e ‘diversità’, ma è ancor più il volto del nostro Paese nella stagione amara che stiamo attraversando. Un volto che presentiamo al mondo e a noi stessi. E che non ci somiglia”.

“Ma non per il colore, quanto per la ferita odiosa che porta – sottolinea ancora Tarquinio -. Anni di pensieri cattivi e di parole e propagande dure, di crescenti povertà materiali e morali eccitate contro altre povertà stanno producendo bullismi assurdi, atti violenti, assalti folli”.

Le eloquenti critiche di Avvenire, l’invito a Salvini a “pesare bene le parole” e a “non negare l’evidenza”, sono tra le prime uscite ‘forti’ della Cei rispetto alla deriva razzista che in molti rilevano nel Paese. Finora i toni erano stati quanto meno ‘diplomatici’ – incentrati per lo più sul tema della necessità dell’accoglienza – tenendo conto anche dei rapporti istituzionali che la Conferenza episcopale intrattiene per forza di cose con i governi in carica.

Ma l’emergenza-razzismo, negata dal governo, evidentemente preoccupa la Chiesa. Lo testimonia lo stesso presidente dei vescovi, card. Gualtiero Bassetti, che su Repubblica avverte che gli episodi di violenza contro gli stranieri “non possono essere in alcun modo giustificati né consentono alcuna sottovalutazione. Il razzismo è malattia endemica, riemerge come un virus mai sufficientemente domato: si scaglia contro immigrati, rom, ebrei”. Per Bassetti, “tutti dovremmo abbassare i toni e le scorciatoie” e specie “tra i politici o tra i giornalisti” smettere di “alimentare la paura”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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