Lo Zimbabwe al voto, il primo del dopo Mugabe

Un uomo votando con il figlio sulle spalle in Zimbabwe.
Un uomo votando con il figlio sulle spalle in Zimbabwe. EPA/AARON UFUMELI

ROMA. – Lo Zimbabwe volta definitivamente pagina con le prime elezioni della sua storia senza Robert Mugabe. E se il 94enne ex padre-padrone del Paese dell’Africa australe, al potere ininterrottamente per 37 anni, è stato costretto ad andarsene in novembre da un golpe di fatto, le presidenziali di oggi sono il suggello formale alla nuova era.

I cinque milioni e mezzo di elettori che per tutto il giorno hanno fatto la fila davanti agli 11.000 seggi sotto gli occhi degli osservatori internazionali, riammessi in Zimbabwe dopo 16 anni, hanno dovuto scegliere tra 23 candidati e 130 formazioni politiche. Ma a giocarsi davvero la partita sono di fatto in due: il presidente uscente Emmerson Mnangagwa e lo sfidante Nelson Chamisa.

Settantacinque anni il primo, 40 il secondo. Politico navigato ed ex vicepresidente di Mugabe, Mnangagwa è alla ricerca della legittimazione del voto per ridare lustro al consunto Zanu-Pf (il partito di Mugabe) e presentarsi agli investitori internazionali come interlocutore credibile.

Il giovane pastore-avvocato Chamisa, leader del Movimento per il cambiamento democratico, è il volto nuovo di un Paese che dopo decenni di voto pilotato e maggioranze bulgare, ha ancora voglia di dire la sua nelle urne.

Dall’alba, ben prima dell’apertura dei seggi, lunghe file di persone hanno aspettato il loro turno, ma è già polemica per ritardi e disservizi lamentati dall’opposizione nelle zone urbane, tradizionalmente proprio filo-opposizione. La commissione elettorale ha rassicurato sulla correttezza del voto per bocca della presidente Proscilla Chigumba che ha sottolineato il diritto di tutti a “votare senza paura”.

Se nessuno dei candidati supererà il 50 per cento, si andrà al ballottaggio l’8 settembre. Le previsioni della vigilia sembrano favorire, seppure di misura, Mnangagwa. Alla vigilia del voto, Mugabe non ha tuttavia rinunciato e rientrare in scena. E con una conferenza stampa a sorpresa ha dato la sua benedizione al futuro presidente.

“Chiunque vinca, gli auguriamo ogni bene…e accetteremo il risultato”, ha detto ieri ai giornalisti, tenendo tuttavia a precisare: “Io non voterò per coloro che hanno illegalmente preso il potere”, tradotto, Mnangagwa.

In ogni modo non sarà né facile né scontato per il nuovo presidente invertire la tendenza dopo decenni di paralisi politica e disastro economico che ha portato alla fame l’ex granaio d’Africa e messo la Banca centrale in condizione di non poter più stampare moneta a causa di un’iperinflazione che ha fatto del dollaro Usa l’unica valuta utilizzabile.

(di Eloisa Gallinaro/ANSA)

Lascia un commento