L’angoscia in Grecia: “Ci sono ancora cento dispersi”

File di auto incendiate, recuperate in Attica (Grecia).
Auto incendiate, recuperate in Attica (Grecia).

ATENE. – E’ un mare di lacrime l’obitorio di Atene, dove i medici legali esaminano i resti dei morti negli incendi che hanno devastato l’Attica e i parenti delle vittime portano via le salme dei propri cari. L’angoscia disperata segna poi il volto di chi non ha ancora notizie, cinque giorni dopo i roghi i dispersi “sono almeno 100”. E incombe la più tremenda delle ipotesi: secondo le prime indagini, le fiamme sono state appiccate dalle mani di altri esseri umani.

“Al momento abbiamo ancora 100 persone che risultano disperse, ma sono numeri destinati a cambiare di ora in ora”, ha detto all’ANSA il portavoce della Protezione Civile greca, Spyros Georgiou, ammettendo tuttavia, a cinque giorni dai roghi che “queste sono stime purtroppo destinate a stabilizzarsi”.

Georgiou sottolinea che la gran parte della case distrutte “sorgeva in area a rischio incendi” e che la Protezione Civile dirama ogni anno le linee guida per la prevenzione, che sono “obbligatorie da seguire”. Lasciando intendere che alcune delle municipalità hanno disatteso la normativa, “che si applica anche ai singoli proprietari”.

L’obitorio dell’orrore sorge nell’Accademia di Medicina di Atene. I medici legali – aiutati da team internazionali che hanno lavorato sulla tragedia dello tsunami in Asia o del volo abbattuto sui cieli dell’Ucraina – hanno ammesso di trovarsi di fronte “a una situazione senza precedenti”. Ci sono voluti cinque giorni per esaminare i cadaveri e i resti di 86 persone, i morti quelli accertati nell’obitorio, a cui si aggiunge un ferito deceduto in ospedale.

Le cause dei decessi sono per la gran parte direttamente collegate al fuoco. Altri hanno perso la vita in mare, annegati, dove cercavano scampo dall’Apocalisse di fuoco. I sopravvissuti raccontano di aver passato “4-5 ore” in acqua, con il mare divenuto rosso vivo per il bagliore delle fiamme.

I parenti delle vittime arrivano all’obitorio da ogni dove. Occhiali scuri, volti tumefatti dal dolore. C’è chi è qui per avviare le procedure per il riconoscimento del Dna. E chi invece per portare via una bara. I furgoni delle pompe funebri fanno la spola. Talvolta caricano a bordo dei sacchi, gialli, che contengono resti umani carbonizzati. Il silenzio è rotto solo dal canto asfissiante delle cicale. Parla unicamente il portavoce dello staff medico, che annuncia la fine degli esami sui resti delle vittime.

C’è poi il via vai di agenti di polizia, che raccolgono i campioni di Dna e li portano in centrale per l’identificazione vera e propria. Secondo le autorità greche, ci sono “seri segnali” che gli incendi boschivi siano stati di origine dolosa. Le indagini sono state affidate all’anti-terrorismo.

A quanto si apprende, mentre le squadre specializzate dei Vigili del Fuoco sono ancora al lavoro per determinare le cause dei roghi, è stato accertato che decine di roghi sono divampati all’incirca nello stesso momento in parti diverse dell’Attica. La Protezione Civile ha contato “almeno 45 incendi” di grande entità, “senza contare i focolai spuntati subito dopo ovunque”.

La tragedia è destinata a scatenare la battaglia politica, con le elezioni che sono oramai prossime, si vota il 3 ottobre. Sino ad oggi, i responsabili del governo e dell’opposizione hanno mantenuto un basso profilo, nel rispetto dell’immane tragedia che ha sconvolto il Paese. Ma la tregua durerà poco, scommettono in tanti.

(dell’inviato Claudio Accogli/ANSA)