Verdini indagato per finanziamento illecito ai partiti

Denis Verdini salutando con la mano destra alzata.
Denis Verdini. (Foto Fabio Cimaglia / LaPresse)

PALERMO. – Parla l’avvocato Piero Amara, il legale siracusano che per anni a suon di denaro ha condizionato processi e sentenze in mezza Italia. L’ex difensore dell’Eni, tornato libero coi pareri favorevoli dei pm di Messina e Roma, sta raccontando agli inquirenti anni di malaffare nel mondo della giustizia: come il tentativo di pilotare un contenzioso amministrativo milionario in favore di un suo cliente. Il giudice avvicinato, l’ex consigliere del Cga Giuseppe Mineo arrestato nei giorni scorsi, in cambio avrebbe chiesto denaro e la nomina al Consiglio di Stato.

Un salto di qualità nella carriera sponsorizzato da Denis Verdini, ex senatore di Ala che, per l’interessamento, avrebbe incassato 300mila euro e che ora si trova indagato per finanziamento illecito ai partiti.

L’avviso di garanzia e l’invito a comparire gli sono stati notificati nei giorni scorsi dai magistrati di Messina, ma l’ex fedelissimo di Silvio Berlusconi che ha poi fondato un suo movimento politico, non si è presentato in Procura. I verbali con le dichiarazioni di Amara che ricostruiscono una delle tante storie di corruzione giudiziaria di cui il legale è stato protagonista sono stati depositati al tribunale del Riesame che recentemente ha disposto la revoca dell’arresto per Mineo.

La vicenda è emblematica di un vero e proprio sistema: con giudici disposti a mettere in vendita la propria funzione, consulenti prezzolati e milioni di euro in ballo. I racconti di Amara, che per anni ha agito insieme al socio, l’avvocato Giuseppe Calafiore, hanno portato anche a una delicata indagine sul Consiglio di Stato aperta dalla procura di Roma.

Giuseppe Mineo, docente universitario ed ex giudice del Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliano entra in scena perché relatore nel contenzioso che un cliente importante di Amara, l’impresa di costruzione Frontino, aveva con il Comune di Siracusa. La società chiedeva all’amministrazione comunale milioni di euro per il ritardato rilascio di una concessione edilizia.

La causa, conclusasi recentemente, si è trascinata per anni tra alterne vicende. Mineo, relatore del caso al Cga, si era impegnato ad aggiustare la sentenza gonfiando il risarcimento dovuto ai Frontino. In cambio, dice Amara, avrebbe chiesto 115mila euro da far avere a un amico, l’ex presidente della Regione Giuseppe Drago che aveva problemi economici, e la nomina al Consiglio di Stato.

E qui entra in gioco Verdini che, racconta sempre Amara, avrebbe interessato l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti del caso. In effetti, nel 2016, Mineo venne indicato dal Consiglio dei Ministri del Governo Renzi nella lista dei consiglieri di Stato di indicazione governativa. Ma la designazione fu stoppata da un procedimento disciplinare a cui il giudice era sottoposto. Lotti non è indagato. Ma Amara racconta che fu lo stesso Verdini a riferirgli di averlo contattato perché si interessasse alla nomina di Mineo.

(di Lara Sirignano/ANSA)

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