CUNEO. – Trentasei ore nelle viscere della Terra, immerso nel buio della Grotta della Mottera, in Alta Val Corsaglia, per un infortunio. Eppure non è stata la luce la principale preoccupazione di Gianluca Ghiglia, lo speleologo tratto in salvo questa mattina grazie ad un intervento che ha visto impegnati nel fine settimana un centinaio di soccorritori.
“Sono abituato a stare tante ore sotto terra, era il come che mi preoccupava”, sono le poche parole pronunciate dall’uomo alla fine di una avventura che poteva avere ben altro epilogo. Presidente dello speleoclub Tanaro di Garessio (Cuneo), 42 anni, Ghiglia era impegnato con una ventina di compagni nella traversata del Buco Fontozzi alla Xolla degli Stanti, itinerario apprezzato dagli appassionati. Escursionista esperto, e bene attrezzato, è precipitato nella Grotta della Mottera verso le 18 di sabato. E vi è rimasto intrappolato.
In poche ore sono arrivati sul posto i primi operatori del Cnsas, il Soccorso alpino e speleologico e, nella notte, i ‘venti alpini’ della Delegazione di Mondovì hanno portato in salvo i componenti della spedizione. Con il passare delle ore si sono mobilitate squadre dalla vicina Liguria, poi dall’Emilia Romagna, dalle Marche, dalla Lombardia e dalla Toscana.
Nella caduta, forse dovuta a problemi ad una corda, lo speleologo, ricoverato all’ospedale di Cuneo in codice giallo, ha riportato lesioni multiple. Per trasportarlo all’esterno della grotta, il ferito è stato caricato su una barella trascinata a mezza altezza da un sistema di carrucole e teleferiche allestito per l’occasione, i soccorritori in muta da sub a passarsi il ‘fagotto’ di mano in mano mentre i colleghi ‘distruttori’ aprivano nella roccia i passaggi più stretti.
In alcuni casi è stato necessario ricorrere anche ad alcune micro-cariche di esplosivo. Per trasportarlo oltre una cascata di circa 80 metri, all’uscita della grotta, lo speleologo è stato infine agganciato ad un sistema di teleferiche e calato su una radura adatta al recupero col verricello da parte dell’eliambulanza del 118.
Un salvataggio spettacolare. Per realizzarlo è stato anche steso un cavo telefonico, per permettere al personale medico all’esterno di monitorare in tempo reale le condizioni dell’escursionista ferito. Per Ghiglia, che ha ringraziato i soccorritori, un’avventura da raccontare ai nipoti.