Salvini querela Saviano: “Mi diffama come ministro”

Primi piani di Roberto Saviano e Matteo Salvini.
Roberto Saviano e Matteo Salvini.

ROMA. – “Una carezza e una querela”, aveva promesso Salvini. Della prima, non si hanno notizie. La seconda, invece, è stata presentata, quattro pagine su carta che reca l’intestazione ‘Il ministro dell’Interno’ e in allegato un report con i post ‘incriminati’. Il titolare del Viminale, come aveva annunciato, ha presentato denuncia-querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti Roberto Saviano, ritenendo le sue affermazioni lesive “della reputazione del sottoscritto e del Ministero dell’Interno stesso”.

Nel report sono riportate una serie di affermazioni fatte dallo scrittore tramite video e post su facebook. Il 12 giugno, Saviano scrive che Salvini e Toninelli “si stanno comportando da banditi” sui migranti. Il 18 giugno tocca il tema della sua scorta, su cui tra i due c’era stato uno scambio al vetriolo, perché Salvini, che prima di diventare ministro aveva dichiarato che a Saviano la scorta andava tolta, da ministro torna ad evocare il tema, e Saviano risponde che “è da criminali” che un ministro “usi questo strumento per attaccare chi lo critica”.

Poi il 21 giugno, sempre in un video diffuso via social, e il giorno successivo in un altro post su Fb, Saviano definisce Salvini “ministro della malavita”, aggiungendo: “le mafie minacciano. Salvini minaccia”. Una questione rimbalzata sulla stampa nazionale e estera, sottolinea la querela, citando un’intervista allo scrittore della Süddeutsche Zeitung.

Secondo Salvini questi post ingenerano “la convinzione che il ministro dell’Interno, deputato a garantire la corretta convivenza civile nonché a salvaguardare le Istituzioni della Repubblica, anziché combattere la malavita organizzata, scenda a scellerati accordi con la criminalità organizzata stessa”, abdicando alla sua funzione.

Un contesto, si legge nella denuncia, “al di fuori di qualsivoglia esercizio lecito del diritto di critica – non potendosi certo parlare di diritto di cronaca – in quanto vi è una gratuita aggressione alla mia persona, infamante ed umiliante, travalicandosi palesemente il legittimo limite del dissenso sulle iniziative amministrative poste in essere dal Gabinetto a cui appartengo”.

E a sostegno di questa testi, si riporta la sentenza con cui la Cassazione, nei mesi scorsi, ha confermato una condanna per diffamazione per espressioni offensive scritte da un utente Fb sul proprio profilo social contro la ex ministra Cecile Kyenge.

“Oggi compie un altro salto di livello la guerra di Salvini contro lo stato di diritto e le regole della democrazia liberale – osserva il senatore del Pd Dario Parrini – Erano intimidatorie e gravi le sue dichiarazioni sulla scorta di Saviano. Doppiamente intimidatoria e grave è la sua scelta odierna di querelarlo”.

“Incredibile che il ministro degli Interni quereli un intellettuale simbolo della lotta alla camorra come Roberto Saviano – aggiunge il coordinatore nazionale di Mdp, Roberto Speranza – L’unico che merita di essere denunciato per istigazione all’odio razziale è proprio Salvini”.

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