La Spagna rinuncia all’estradizione di Puigdemont

Carlos Puigdemont circondato dai giornalisti dà dichiarazioni.
Carles Puigdemont in una recente foto. EPA/STEPHANIE LECOCQ

MADRID. – Carles Puigdemont è di nuovo uomo libero. O quasi: la Corte suprema di Madrid ha revocato l’euro-ordine di arresto e la richiesta di estradizione lanciati in marzo contro l’ex President catalano e altri 5 leader indipendentisti in esilio in Europa.

L’uomo che l’anno scorso era quasi riuscito a spaccare la Spagna, proclamando il 27 ottobre per un giorno l’indipendenza della Catalogna, è di nuovo libero di andare ovunque. Meno che in Spagna ovviamente, dove è sempre in vigore un mandato di arresto contro di lui e contro i suoi 5 ex ministri in esilio.

Il giudice Pablo Llarena della Corte suprema che conduce la contestata inchiesta contro i leader catalani – 9 sempre in carcere preventivo – ha ritirato i mandati di arresto internazionali dopo l’ennesima sconfitta davanti alla giustizia europea.

La settimana scorsa il tribunale tedesco dello Schleswig Holstein aveva infatti concesso l’estradizione di Puigdemont (fermato in marzo al confine con la Danimarca) ma solo per il reato minore di presunta irregolarità finanziaria. Per avere cioè usato denaro pubblico per il referendum di indipendenza del primo ottobre.

I giudici tedeschi avevano invece bocciato, in assenza di violenza, l’accusa principale di ‘ribellione’ per la quale sono in carcere da mesi in Spagna gli altri leader catalani, fra cui l’ex vicepresidente Oriol Junqueras, considerati detenuti politici in Catalogna. Prima la giustizia belga aveva già respinto la richiesta di estradizione contro tre ex ministri catalani.

Una decisione analoga sembrava probabile in Scozia, dove è rifugiata l’ex ministra Clara Ponsati. Mentre la Svizzera, dove è in esilio la segretaria dei repubblicani di Erc Marta Rovira, ha avvertito che non prevede estradizioni “per motivi politici”.

La decisione tedesca aveva messo in serie difficoltà la strategia accusatoria della Corte suprema spagnola. Puigdemont, tornando in Spagna, e rapidamente libero, avrebbe potuto essere giudicato solo per le presunte irregolarità finanziarie mentre Junqueras e gli altri 8 sempre in carcere lo sarebbero stati per ‘ribellione’, rischiando 30 anni. E avrebbe potuto perfino essere rieletto presidente della Catalogna. Una situazione che avrebbe reso ancora più fragile il discusso castello accusatorio contro l’indipendentismo di Llarena.

Il giudice, ha commentato l’avvocato di Puigdemont Jaume Alonso Cuevillas, ha così voluto evitare una “bastonata” dall’Europa. La notizia della revoca dei mandati europei ha fatto tornare per un attimo il sorriso nei partiti indipendentisti Erc e Pdecat che governano insieme la Catalogna anche se lacerati da tensioni interne attorno al ruolo di Puigdemont.

Nei giorni scorsi l’ex President ha lanciato un nuovo partito catalanista, ‘Crida per Catalunya’. I suoi sostenitori si sono scontrati nel Parlament con quelli di Junqueras. Nello stesso Pdecat c’è una spaccatura fra gli uomini di Puigdemont e la segretaria uscente Marta Pascal in vista del congresso di sabato e domenica.

(di Francesco Cerri/ANSA)