Turchia: via stato d’emergenza, ma norme capestro per tre anni

Bandiere turche al vento. Turchia
Bandiere turche al vento.

ISTANBUL. – Dopo due anni e più di 160 mila arresti, la Turchia dice addio allo stato d’emergenza post-golpe ma si prepara a introdurre nuove severissime norme per “continuare la lotta al terrorismo”. Alla mezzanotte di oggi, le misure straordinarie approvate all’indomani del fallito colpo di stato scadranno, come promesso da Recep Tayyip Erdogan nella campagna elettorale conclusa vittoriosamente con il voto del 24 giugno.

Ma il governo di Ankara, già forte dei nuovi vasti poteri del presidenzialismo, promette di non cambiare la ricetta per “eliminare fino all’ultimo terrorista”. Così, già nelle prossime ore in Parlamento – dove l’Akp di Erdogan ha la maggioranza assoluta insieme ai nazionalisti del Mhp – è atteso il via libera a un pacchetto che renderà ancor più dura una normativa antiterrorismo già oggi giudicata dall’Ue non in linea con i suoi standard sullo stato di diritto.

La proposta rafforza i poteri di prefetture e polizia, limitando tra l’altro le libertà di manifestazione, riunione e movimento per i prossimi tre anni. Per l’opposizione, un modo per “rendere lo stato d’emergenza permanente” mentre se ne dichiara l’abolizione. Secondo il testo presentato alla commissione Giustizia della Grande assemblea nazionale di Ankara, la durata del fermo di polizia per accuse di terrorismo, minaccia all’integrità dello stato e crimine organizzato potrà essere estesa fino a 12 giorni.

Un’altra norma molto contestata autorizza i cosiddetti “super-prefetti” a imporre un coprifuoco di fatto nelle province di loro competenza per 15 giorni, impedendo ai cittadini di entrarvi o uscirvi in caso di presunte minacce all’ordine pubblico e limitando le manifestazioni. Sono destinate a proseguire anche le maxi-purghe, che secondo l’Onu sono già costate il posto a più di 150 mila dipendenti statali, per lo più sospettati di sostenere la presunta rete golpista di Fethullah Gulen o il Pkk curdo.

Dalle pubbliche amministrazioni – comprese forze armate e polizia – potranno essere cacciate persone accusate di legami con organizzazioni terroristiche, limitandone anche le possibilità di ‘riabilitazione’ in giudizio. A loro e ai loro coniugi saranno revocati passaporti e porti d’armi. La scure non risparmierà istituzioni pubbliche e aziende private, che potranno essere ancora commissariate a discrezione del governo.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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