Obama attacca Trump: “E’ politica di paura e rancore”

Obama saluta, con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa
Obama saluta, con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa

WASHINGTON. – Una “politica della paura, del rancore”, che viaggia veloce. E in un modo “inimmaginabile solo qualche anno fa”. E’ la denuncia forte, chiara e appassionata dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama che torna così in campo all’indomani del criticatissimo incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin.

Obama parla davanti a 15mila persone a Johannesburg, ospite d’onore alla cerimonia per i 100 anni dalla nascita di Nelson Mandela. E porta proprio la vita di Madiba come esempio per tracciare i valori alla base di una road map, la sua, interrotta con la fine del secondo mandato presidenziale, ma che torna a indicare nel discorso più atteso da quando ha lasciato la Casa Bianca.

Obama non menziona mai il suo successore, ma tiene per tutto il tempo il dito puntato su quella “politica dell’uomo forte” che rischia di fagocitare quanto raggiunto fin qui: “Avrei immaginato che a questo punto ne saremmo venuti a capo”, dice, invocando il rispetto dell’eguaglianza tra le persone di ogni colore. E il rispetto dei “fatti”: “Senza i fatti non ci sono le basi per la collaborazione”, avverte, per poi incalzare: “Non posso trovare terreno comune con qualcuno che ritiene che i cambiamenti climatici non siano una realtà, mentre la quasi totalità degli scienziati nel mondo dice il contrario”.

Obama difende la stampa libera, condanna l’uso distorto e manipolatore dei social media in “tempi strani e incerti”, ammonisce chi non rispetta le istituzioni che sono alla base della democrazia. E lo fa accolto dall’ovazione della platea che in coro scandisce il suo slogan: “Yes, we can!”.

In Sudafrica insomma l’ex presidente risponde così a chi si chiede da tempo, a Washington e oltre, ‘che fine ha fatto Obama?’ Dopo la Casa Bianca ha scelto il basso profilo, ha optato per una militanza pacata e quasi tutta gestita dietro le quinte, con il lavoro della sua Fondazione e qualche incontro con esponenti democratici, mentre il partito ancora cerca la sua voce da contrapporre alle urla di Donald Trump in vista delle elezioni di midterm ma anche delle presidenziali del 2020.

“Siamo a un bivio – afferma Obama – un momento in cui due visioni molto diverse del futuro dell’umanità competono per i cuori e le menti dei cittadini nel mondo. Lasciatemi dire ciò in cui io credo. Credo nella visione di Nelson Mandela, credo nella visione condivisa da Gandhi, da Martin Luther King e da Abramo Lincoln. Credo in una visione di equità, giustizia, libertà e democrazia multirazziale basata sul principio che tutte le persone sono create uguali e investite dal nostro creatore di diritti inalienabili. E credo che un mondo governato da tali principi sia possibile. Ecco cosa credo”.