Calano i suicidi in Europa, in Italia i tassi più bassi

Una persona ripiegata su sé stessa con la testa tra le mani.
Calano i suicidi in Europa, in Italia i tassi più bassi

ROMA. – Condizionati da fattori economici e ambientali, ma anche dalle capacità di una società di aiutare chi ha problemi di salute mentale, di suicidi nell’Unione Europea ce ne sono stati 56.200 nel 2015. Un numero in lieve calo rispetto all’anno precedente, quando erano stati 57.700. Il calo si registra anche Italia, Paese in cui possiamo vantare tra i tassi più bassi. In cima alla classifica invece resta la Lituania, seguita da altri Paesi dell’Est Europa come Slovenia, Lettonia e Ungheria.

A rilevarlo è un’analisi dell’Eurostat, secondo la quale il fenomeno continua a riguardare soprattutto l’universo maschile: quasi 8 suicidi su 10 (77%) riguardavano uomini e circa il 31% persone di età compresa tra 45 e 60 anni. In termini assoluti, Germania (10.200 morti) e Francia (9.200) sono stati i due Stati membri che hanno registrato il maggior numero di suicidi nel 2015, seguiti dalla Polonia (5.400).

Ma adattando i numeri alla struttura della popolazione emerge che il Paese con un tasso più alto, pari a 30 suicidi per 100.000 abitanti si conferma essere la Lituania. “Tra i fattori chiamati in causa, l’elevata incidenza di abuso di alcol, difficoltà economiche unite a scarsa rete di supporto sociale con fenomeni di marginalizzazione, alti livelli di discriminazione verso le persone affette da problemi di salute mentale”, commenta all’ANSA Andrea Fiorillo, presidente della Società italiana di psichiatria sociale (Sips).

All’opposto, i tassi più bassi sono stati registrati a Cipro (4 suicidi ogni 100.000 abitanti), Grecia (5), Italia (6). Per quanto riguarda quest’ultima, nonostante resti seconda causa di morte tra i giovani, si è passati dai 4.147 casi nel 2014 ai 3.989 nel 2015. “Il suicidio rappresenta un fenomeno complesso, dovuto dall’interazione di numerose variabili personali, familiari, sociali e lavorative”, aggiunge Fiorillo.

“La riduzione potrebbe anche essere legata alla riduzione del cosiddetto ‘effetto crisi economica’ sulla salute mentale, che veniva spesso chiamata in causa per spiegare l’aumento di suicidi occorsi negli anni precedenti”. Inoltre, prosegue l’esperto, “potrebbe essere dovuta alla promozione di interventi di politiche sociali che hanno avuto un impatto positivo sulla sofferenza psicologica”.

In particolare, conclude, “le tante campagne di prevenzione istituzionali unite all’attenzione posta dai media sui ‘nuovi traumi’ come il cyberbullismo, ma anche stalking e mobbing, hanno col tempo creato più sensibilità sul tema e dato maggiore spinta a parlarne con gli esperti”.

(di Livia Parisi/ANSA)

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