Mattarella spinge l’Italia nel Caucaso, politica e business

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente della Repubblica di Georgia Giorgi Margvelashvili assistono alla firma di intese bilaterali
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente della Repubblica di Georgia Giorgi Margvelashvili assistono alla firma di intese bilaterali. (Ufficio Stampa Quirinale)

TIBLISI. – L’Italia si spinge nel Caucaso con una missione guidata da Sergio Mattarella. Una visita tra Georgia e Azerbajian (a fine luglio anche in Armenia) che il presidente della Repubblica conduce con un doppio stile di guida: passi felpati nella complessa geopolitica dell’area, con il turbo nel più facile mondo del business. La prima in assoluto di un presidente italiano in un’area, peraltro, ricca di sintonie storiche e culturali.

Accompagnato da un’imponente delegazione economica (circa 45 imprese tra le più grandi) Mattarella è sbarcato a Tiblisi, capitale di una Georgia ancora alle prese con i conflitti congelati da ormai dieci anni di Abkhazia e Ossezia del sud. Un Paese cerniera tra est e ovest che ha scelto con prepotenza l’Europa e la Nato, tanto da avere truppe in Afghanistan. E che conta sull’Italia – che troppo non può concedere viste le sensibilità del Cremlino – per blindare questa sua collocazione atlantica.

“Apprezziamo l’equilibrio e la pazienza strategica che vi rendono fattore di pace e stabilità in un’area geografica di cruciale rilevanza per gli equilibri internazionali”, ha sottolineato Mattarella al presidente georgiano Giorgi Margvelshvili pur senza mai citare Abkhazia e Ossezia del sud. L’Italia mantenga in cima all’agenda, ha invece chiesto senza peli sulla lingua Margvelshvili, “la questione del conflitto russo-georgiano e quello degli sfollati interni che ha un’importanza vitale per la Georgia”.

Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, ha assicurato che “l’Italia sostiene convintamente la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia”. Di più non era il caso di dire. Al contrario la strada del business è molto meno scivolosa e il presidente intende percorrerla senza esitazioni, anche perchè in Azerbajian la legge degli idrocarburi governa la sostenibilità energetica dell’Italia e ammalia con infinite possibilità di partnership ad alta tecnologia.

Dopo aver firmato una serie di accordi bilaterali che vanno dalla cooperazione delle forze di polizia al turismo e l’arte, il presidente ha assicurato alla controparte georgiana che “la storia ci unisce, ma ancor più ci unisce il futuro”. “Vi sono ampie prospettive di approfondimento della collaborazione in settori promettenti, come quello infrastrutturale, energetico ed agroalimentare”, ha spiegato.

E per dimostrare che l’Italia non scherza e si vuole aprire al Caucaso basta vedere i nomi della delegazione che accompagna la visita “business-oriented” del presidente: Anas, Ansaldo Energia, Cnh Industrial, Baker Hughes (Ge Company), Leonardo, Danieli Officine Meccaniche, Ferrero, FS Italiane, MaireTecnimont, Saipem, Snam, Tenaris, Trevi, che insieme esprimono un fatturato pari a circa 160 miliardi di euro. Una missione imprenditoriale, organizzata da Confindustria e Agenzia Ice, guidata dal Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Michele Geraci.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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