Uomo chiama il Telefono Rosa e salva la sua famiglia

La pubblicità del Ministero Pari Opportunità per l'uso del Telefono Rosa, una donna di spalle chiamando al telefono
Telefono Rosa

ROMA. – A dispetto del nome non sono solo le donne a rivolgesi al centro di ascolto del Telefono Rosa, nato per aiutare chi subisce violenze fisiche, psicologiche e stalking. Tra le oltre 2.000 mila richieste di aiuto ricevute nel 2018, ci sono anche uomini. Come Mohammed, un marocchino che vive in una località balneare in provincia di Ferrara ed è minacciato di morte dalla malavita locale.

E’ quasi mezzogiorno quando una delle operatrici riceve la sua telefonata, la voce è concitata e preoccupata. E’ terrorizzato e vuole a tutti i costi mettere in salvo la moglie e i due figli piccoli di 3 ed 1 anno che per proteggerli tiene rinchiusi in un casale senza acqua, né corrente elettrica, in uno dei sette Lidi di Comacchio.

All’operatrice ammette di aver problemi con la giustizia e che le forze dell’ordine ‘lo conoscono’ ma non spiega i motivi, non precisa cosa abbia fatto in passato. Forse proprio per questi ‘problemi’ ha chiamato il Telefono Rosa, temendo di non essere credibile agli occhi delle forze dell’ordine.

L’operatrice contatta la centrale operativa dei carabinieri di zona che provvede a verificare e procedere con un intervento sul posto. Dopo più di un’ora si richiede un feedback alle forze dell’ordine che assicurano che la situazione è sotto controllo e sono stati attivati tutti i servizi competenti sul caso.

“Questa storia – spiega la presidente di Telefono Rosa Maria Gabriella Carnieri Moscatelli – è una testimonianza di come le richieste di aiuto non provengono solo da donne in difficoltà ma anche da uomini, anziani e adolescenti. In questo caso la preoccupazione maggiore è stata soprattutto nei confronti dei due minori che dal racconto del padre erano in pericolo di vita”.

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