Trump sfida la Nato: “Raddoppiate le spese militari”

Il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg e il Presidente Usa, Donald J. Trump.
Il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg e il Presidente Usa, Donald J. Trump. EPA/STEPHANIE LECOCQ

BRUXELLES. – Prima attacca la Merkel, poi rilancia sulle spese militari. In un vertice Nato ad alta tensione, Donald Trump lancia la sua nuova sfida agli alleati sul terreno minato dell’aumento del budget per “portarlo immediatamente al 2%” del Pil, se non addirittura al 4%.

L’Italia da parte sua porta a casa dei “buoni risultati” sull’hub regionale per il Sud a Napoli, come ha detto il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Nella dichiarazione finale del summit si ribadisce inoltre la ‘linea dura’ contro la Russia, si apre all’ingresso della Macedonia e ci si impegna a costituire una forza di pronto intervento entro il 2020.

A circa un mese dal G7 in Canada dove il tycoon aveva già marcato le divergenze con gli europei, questa volta l’affondo diretto di Trump è contro Berlino. “La Germania è prigioniera della Russia sull’energia e poi noi dovremmo proteggerla dalla Russia, ce lo spieghi”, ha detto il capo della Casa Bianca nel bilaterale con Jens Stoltenberg che ha aperto la giornata. Il segretario generale della Nato, da parte sua, ha avvertito che l’alleanza tra Usa e Europa “non è scritta nella pietra”.

Le accuse alla Germania non hanno intimidito la Merkel, che ha difeso “l’indipendenza nelle scelte” da parte di Berlino e ha ricordato di aver “sperimentato personalmente quando una parte della Germania era occupata dall’Unione Sovietica”.

Le tensioni tra i due leader si sono riflesse qualche ora dopo anche nella passeggiata dei capi di Stato e di governo, con Merkel e Trump che si sono tenuti a debita distanza. Uno strappo poi, apparentemente, ricucito nel pomeriggio nel bilaterale, quando il leader Usa ha parlato di un “grande incontro” con la cancelliera e di “una relazione molto, molto buona”.

A difendere Berlino è poi arrivato il presidente francese Emmanuel Macron, dicendosi in disaccordo con le parole di Trump. Ma a conclusione della prima giornata di lavori, il tema cruciale dell’aumento delle spese per la difesa è riemerso in un tweet del tycoon che è tornato a chiedere di “portarle immediatamente al 2%”.

Sullo sfondo resta l’obiettivo del 4% che Trump ha lanciato durante il vertice. Un obiettivo praticamente impossibile da realizzare per la maggior parte dei Paesi, considerato che entro quest’anno saranno solo 8 le nazioni che riusciranno a raggiungere il target del 2% che l’Alleanza si era prefissa al summit del 2014 (l’Italia, sebbene con un trend in crescita, è all’1,15%, gli Usa sono al 3,50).

“Mi concentrerei su quanto abbiamo concordato, che è il 2% di Pil per le spese militari. Cominciamo con questo”, ha tagliato corto Stoltenberg a fine giornata. “E’ vero che ci sono discussioni e disaccordi, ma quel che conta è la sostanza, stiamo dando risultati”.

Intanto i 29 alleati nelle decisioni sancite nella dichiarazione finale hanno concordato sulla piena operatività dell’hub regionale Nato di Napoli e si sono impegnati a portare in tutti i Paesi membri la spesa per la difesa al 2% del Pil. Tra le altre decisioni, il rafforzamento delle forze di pronto intervento entro il 2020 e l’invito alla Macedonia a diventare il 30esimo membro dell’Alleanza.

Nelle 23 pagine del documento si ribadisce inoltre la condanna della Russia per l’annessione della Crimea e si conferma la ‘linea dura’ nei rapporti con Mosca, pur lasciando la porta aperta a una rilancio della partnership “se e quando” ci saranno le condizioni. Lo si capirà meglio il 16 a Helsinki, quando Trump e Putin si troveranno uno di fronte all’altro per il loro attesissimo incontro che preoccupa più di qualcuno qui a Bruxelles.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSA)