ROMA. – Cinque tappe, due vittorie, di cui una sfiorata, ma anche una maglia gialla già indossata: Peter Sagan è il dominatore assoluto di questo primo scorcio del 105/o Tour de France di ciclismo. Il corridore slovacco oggi ha concesso un favoloso bis, imponendosi dopo 204,5 chilometri di corsa assai tirata, che ha portato la carovana gialla da Lorient a Quimper, nella regione della Bretagna.
Ancora una volta, l’italiano Sonny Colbrelli è stato bruciato nelle ultime pedalate, dopo avere dato l’impressione di poter battere il triplo campione iridato. Era una tappa da classica del Nordeuropa, con poca pianura e una serie interminabile di saliscendi, che hanno premiato il campione del mondo in carica su strada, ma avrebbero potuto incoronare anche un Philippe Gilbert o lo stesso Greg Van Avermaet, che si è consolato per la mancata conquista della finale mondiale di calcio da parte del Belgio, conservando la maglia gialla per il terzo giorno consecutivo, dopo essersela presa grazie alla cronosquadre vinta dalla ‘sua’ Bmc.
Tappa con cinque Gran premi della montagna e tanti secondi di abbuono disseminati lungo il percorso; strappo anche all’arrivo, con un chilometro al 5 per cento di pendenza. Era una tappa ideale per l’australiano Michael Matthews che invece non ha preso il via, dopo essere stato male nel corso della notte, rinunciando a qualsiasi sogno di gloria.
Si è deciso tutto negli ultimi chilometri di questa ‘mini-Liegi’, allorché gli specialisti si sono messi davanti, o comunque hanno provato a farlo, creando un piccolo buco, ma non sorprendendo qualche uomo di classifica, tipo Vincenzo Nibali (10/o al traguardo), apparso pronto, tonico, reattivo e attento a evirare ogni tipo di trappola. E’ come se il siciliano migliorasse giorno dopo giorno, ma sarà la strada a confermare o smentire ogni impressione.
Per Sagan, che è partito al fianco di Colbrelli nelle battute finali e lo ha bruciato per pochissimo, si tratta del decimo successo al Tour: è lo slovacco il più forte in assoluto su questo tipo di tracciati, nessuno riesce a esprimere tanta potenza nelle fasi decisive. L’istinto del campione, un innato senso tattico e la voglia di vincere sempre, hanno fatto il resto.
“Mi sono arreso a un corridore che si chiama Sagan, per questo non ho nulla da rimproverarmi – prova a consolarsi Colbrelli che, assieme al giovane Pasqualon, è la sorpresa italiana più lieta di questa prima fase del Tour -. Comunque ci riproverò”.