Reati da odio razziale, stretta della Procura di Torino

Armando Spataro, fiancheggiato da due collaboratori, parla con la stampa.
Armando Spataro, procuratore capo a Torino

TORINO. – “Nessuno può vietare a un barcone di attraccare. La convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati prevede il diritto al non respingimento”. Parola di Armando Spataro, procuratore capo a Torino. Il quale, per chiarire meglio il concetto, precisa che “se un barcone arrivasse ai Murazzi sul Po e qualcuno impedisse a chi sta sopra di scendere, avvierei degli accertamenti”.

Il magistrato tocca l’argomento a Palazzo di Giustizia mentre espone da un lato, le nuove linee guida che ha impartito in materia di contrasto ai reati di odio etnico, razziale e religioso, e dall’altro gli interventi, presi di concerto con il tribunale, per sveltire le pratiche di riconoscimento (o il respingimento) della protezione internazionale e di altre forme di protezione umanitaria.

“Al di là delle posizioni estreme in un senso o nell’altro – precisa – noi giuristi dobbiamo occuparci del fenomeno con cautela, razionalità e senso istituzionale: in base alla convenzione, chi chiede asilo ha diritto che la sua posizione venga vagliata con serietà”. La risposta di Matteo Salvini arriva via Twitter: “Forse il procuratore capo di Torino pensa che l’intera Africa possa essere ospitata in Italia? Idea bizzarra”.

E Maurizio Martina, neo segretario del Pd, ribatte: “Bizzarro è un ministro dell’Interno che ci allontana dall’Europa. La sua politica di queste settimana è stata fallimentare”.

Il procuratore Spataro, più che altro, è preoccupato dalla “crescita” degli episodi che avvengono nel territorio di sua competenza: Torino e circondario. “Minacce, aggressioni, scritte, il tutto accompagnato dalla passività delle persone presenti”.

Casi raccontati anche dai media. Come i manifesti e gli striscioni che intimano gli immigrati di “tornare a casa” spuntati per mano di organizzazioni di estrema destra. O gli insulti lanciati ai passeggeri degli autobus. “Non tocca a noi – dice Spataro – intervenire nell’analisi politica e sociale, ma come Procura dobbiamo dare una risposta a questi reati odiosi e insopportabili”.

Il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo si spinge più in là e ipotizza che il fenomeno sia dovuto “anche a causa di certe sponde politiche e culturali che si stanno saldando”. Quanto alla nuova organizzazione del lavoro, i fascicoli saranno “trattati come prioritari”, non verranno considerati fatterelli da archiviare per tenuità del fatto (salvo casi particolari) e saranno gestiti da pm che scenderanno personalmente in tribunale a sostenere l’accusa, senza lasciare l’incombenza ai viceprocuratori onorari.