Euro: Sondaggio Sky, tre quarti di italiani non vogliono uscire

Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca ministro del Tesoro, fotografato accanto alla macchina coniatrice dell'Euro
In una foto d'archivio il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi fotografato accanto alla macchina coniatrice dell'Euro. (CLAUDIO ONORATI/ANSA/DEF)

ROMA. – Solo il 34,4% degli italiani vorrebbe che si tenesse un referendum sull’euro (contrario il 65,6%) e, in caso di voto, solo il 22,5% sarebbe favorevole ad uscire, contro il 74,1% che vorrebbe restare nella moneta unica. Indeciso sul tema solo il 3,4%. Sono i principali risultati emersi dal sondaggio sul rapporto tra italiani e euro realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24 e diffuso dalla testata, all’interno dello speciale “Euro sì, euro no. La parola agli italiani”.

Dalla ricerca emerge anche come i favorevoli all’euro siano la maggioranza in tutti gli schieramenti politici, seppure con proporzioni diverse: se infatti nel Pd i favorevoli alla moneta unica sono ben il 94,1%, sono propensi a restare nell’euro anche il 68,4% degli elettori del M5S e il 63,1% degli elettori della Lega. In linea con il dato nazionale quello degli elettori di Forza Italia, con il 73,6% dei favorevoli a rimanere.

L’analisi per segmento sociale mostra che i laureati sono il segmento meno euroscettico, con l’83,1% di voti per rimanere, mentre più di un disoccupato su tre voterebbe per un’Italexit, con il 62,4% delle persone favorevoli all’euro ma ben il 33,8% che vorrebbero uscirne.

Il sondaggio indaga anche il rapporto con lo spread e la Germania e la scelta di lasciare o meno i propri risparmi in banca qualora si profilasse il rischio di un’Italexit. Quasi la metà degli intervistati (46,2%) toglierebbe i risparmi dal conto in caso si rischiasse l’uscita, una percentuale che rimane più o meno invariata anche tra gli elettori di Lega e M5S (ritirerebbero i risparmi rispettivamente il 44,3% e il 44,4% degli intervistati).

In merito al rapporto con la Germania, la maggior parte degli intervistati imputa al nostro Paese la responsabilità della situazione economica nazionale, ma una quota rilevante (26%) attribuisce maggiori colpe alla Germania piuttosto che alle politiche interne. Il dato aumenta tra gli elettori del Movimento (33%) e ancor di più tra quelli della Lega (45%).

Più netta la posizione nei confronti dello spread, con il 72% degli intervistati che ritengono che le politiche dell’Italia non dovrebbero essere influenzate dall’andamento dello spread sui titoli di Stato. Una contrarietà che tuttavia è meno netta tra gli elettori del PD (lo spread non dovrebbe influenzare per il 54,3%), gli studenti (60,8%) e i giovani tra il 18 e i 34 anni (66,8%), mentre è più accentuata tra gli elettori di M5S e Lega (rispettivamente 74,6% e 81,8%), over 55 (74,6%) e casalinghe (79,2%).