Ecuador: Correa non si consegnerà alla giustizia

Ignacio Lula da Silva, ex presidente del Brasile; Hugo Chávez, ex presidente del Venezuela; Rafael Correa, ex presidente di Ecuador.
Ignacio Lula da Silva, ex presidente del Brasile; Hugo Chávez, ex presidente del Venezuela; Rafael Correa, ex presidente di Ecuador.

ROMA. – L’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa, parlando dal Belgio, Paese nel quale vive dallo scorso anno, ha assicurato che non si consegnerà alla Giustizia dopo l’emissione di un mandato di arresto nei suoi confronti, e che un eventuale ritorno in Ecuador “sarebbe quasi un suicidio nelle condizioni attuali”. Lo riportano media locali.

Nel quadro dell’indagine sul tentativo di rapimento dell’ex deputato ecuadoriano Fernando Balda, una giudice ha ordinato l’arresto di Correa in attesa di giudizio, con l’accusa di associazione per delinquere e sequestro di persona, e ha chiesto all’Interpol di ricercarlo con scopi di cattura ed estradizione. Correa ha dichiarato che nel suo Paese c’è una rottura della democrazia, e che l’accusa di tentato rapimento dell’ex deputato Balda non ha fondamento, trattandosi di “un piano machiavellico totalmente illegale”.

Correa ha dichiarato che lui e i suoi avvocati “non hanno escluso” la possibilità di chiedere asilo politico in Belgio. Secondo l’ex presidente ecuadoriano, “non c’è alcuna possibilità” che le richieste della giustizia dell’Ecuador “abbiano esito positivo in Paesi democratici come il Belgio. Si stanno rendendo ridicoli perché è evidente che si tratta di un caso politico” e “molto probabilmente sarà lo stesso per l’Interpol, sono talmente assurde che le rifiuteranno”.

Correa ha insistito sul fatto di avere “la coscienza tranquilla”, perché “il Belgio non si presterà mai a questa pagliacciata” e che si tratta solo di un altro caso di “criminalizzazione della politica con il supporto dei media”, così come è successo in Brasile e in Argentina. “Cristina Kirchner non è imprigionata perché ha l’immunità di senatrice”, ha detto Correa.

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