Mondiali, Collina promuove la Var: “Scelte giuste al 99,3%”

Una sala di controllo della Var a Russia 2018: operatori guardando gli schermi del Var
Una sala di controllo del Var durante il Mondiale Russia 2018: operatori guardando gli schermi del Var.

MOSCA. – Primo giro di boa del mondiale e nel bilancio di ‘mid-term’ della Fifa dedicata agli arbitraggi della fase a gironi, la Var finisce sotto processo. Ma il verdetto alla fine è un’assoluzione piena. Il Video Assistant Referee – rivela Pierluigi Collina, il capo degli arbitri Fifa – ha infatti portato i direttori di gara a prendere decisioni corrette nel “99,3% dei casi”.

“Non è la perfezione ma ci andiamo vicino”, ha commentato Collina, ricordando che la Var in sé non decide nulla, ma aiuta l’arbitro a prendere la decisione corretta. “Gli arbitri – spiega – erano abituati fino ad oggi ad essere i signori assoluti del campo, ora abbiamo chiesto loro di accettare che altri possano mettere in dubbio le decisioni: è una gestione della partita completamente diversa e li ringraziamo per la cooperazione”.

Una analisi psicologica che getta luce sulle ragioni di quello 0,7% di imperfezione ancora presente: alcune scelte, ammette Collina, avrebbero potuto essere migliori ma, come ricorda Roberto Rosetti, ‘papà’ della Var ai mondiali, il processo decisionale resta in capo all’arbitro e diverse interpretazioni sono sempre possibili. Insomma, c’è chi resiste al futuro? “E’ iniziato un processo”, glissa Collina.

Che in conferenza stampa vara una ‘glasnost’ senza precedenti mostrando il dietro le quinte di alcuni dei casi più controversi decisi dalla tecnologia in queste prime 48 partite. Si va da Colombia-Senegal a Nigeria-Islanda, da Brasile-Svizzera a (non poteva mancare) Sud Corea-Germania. Ecco così comparire sullo schermo la cabina della Var e gli audio delle conversazioni tra gli arbitri dietro agli schermi e quelli sul campo da gioco.

Un esercizio di trasparenza che dovrebbe troncare le polemiche alla base e suscita stupore persino tra i cronisti più navigati. “Ho sentito definire la Var come uno strumento usato dalle squadre più grandi contro quelle più piccole – ironizza Collina – ma, tralasciando la questione chi è grande e chi è piccolo, credo che in questo caso (Sud Corea-Germania, ndr) si capisca bene come è stata presa la decisione”. Ovvero convalidare il gol che di fatto ha spedito a casa i campioni del mondo.

Collina si è poi anche tolto qualche sassolino dalla scarpa, chiarendo che l’unica protesta ufficiale è stata inoltrata dalla Federcalcio brasiliana. “Oggi – sottolinea – penso che abbiamo risposto in maniera trasparente”. Collina inoltre si dice in generale “stupito” per qualche critica di troppo fioccata in questa prima fase del torneo: “Come siamo sempre stati disponibili prima del campionato, lo siamo anche adesso”.

E poi cita il caso specifico di Argentina-Nigeria, dove l’arbitro – e il Var – non hanno concesso un rigore per un presunto fallo di mano albiceleste in area. “Non è possibile – dice – accusare l’arbitro di aver giustificato quella scelta con un ‘non so’. Intanto ci sono le immagini che lo dimostrano. Inoltre non si può dubitare dell’intelligenza di questi arbitri, che vi ricordo sono i migliori al mondo”. Le chiacchiere stanno dunque a zero: Var promossa, arbitri pure, e avanti con lo spettacolo.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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