Tornano i Mondiali Antirazzisti, sponsor Balotelli

Balotelli durante la conferenza stampa.
Balotelli: "I razzisti vanno isolati"

BOLOGNA. – Tornano i Mondiali Antirazzisti, con il sostegno di Mario Balotelli. Contro il razzismo nel calcio “dobbiamo fare ancora tanta strada per liberare gli stadi da questa piaga”, ha detto l’attaccante della nazionale, in un videomessaggio inviato in occasione della presentazione della manifestazione sportiva, dal 4 all’8 luglio a Castelfranco Emilia (Modena).

“L’Italia – ha aggiunto, rafforzando il concetto – non è un paese razzista, ma i razzisti ci sono. La Francia non è un paese razzista, ma i razzisti ci sono. In ogni paese del mondo qualcuno che ha un pensiero marcio esiste. Il compito di tutti è isolare certe persone, di renderle ridicole di fronte a un modo di pensare medievale che nel 2018 non può più esistere”.

Balotelli ha colto poi l’occasione per tornare a chiedere la revisione della legge sulla cittadinanza, tema che nelle scorse settimane lo aveva portato anche ad uno scontro sui social con Matteo Salvini: “Sono italiano al 100% perché sono nato a Palermo da genitori ghanesi, ma non tutti se ne accorgevano. Mentre la legge italiana è sbagliata. Forse per quello che ancora oggi qualcuno vede il nero come il colore dei diversi, dell’inferiore, dell’errore, in mezzo alla fotografia della squadra”, ha detto il calciatore, che non potrà partecipare all’iniziativa perché impegnato nella preparazione con il Nizza.

I mondiali, promossi dalla Uisp, arrivano alla 22/a edizione in un momento nel quale, hanno spiegato gli organizzatori – i temi dell’accoglienza e della convivenza da promuovere attraverso lo sport sono da rilanciare come forse mai prima. A sfidarsi nei prati di Bosco Albergati, saranno certamente 128 squadre (ma le iscrizioni sono ancora aperte e il bilancio conclusivo sarà di circa 140 team), 21 delle quali con migranti o rifugiati.

Per sottolineare il clima nel quale i mondiali 2018 si svolgono. il responsabile dell’organizzazione, Carlo Balestri ha spiegato che quest’anno sono diminuite le squadre con richiedenti asilo: “Erano 25 nel 2016 e 42 lo scorso anno. Quest’anno si sono dimezzate. Perché? Perché le coop che gestiscono gli Sprar hanno paura di finire sui giornali, in polemiche del tipo ‘guardate, mandano i rifugiati a giocare’. Anche i Mondiali Antirazzisti sono vittime di questa idea diventata mainstream, di pregiudizi che condizionano anche chi, come le Coop sociali lavorano in questo ambito”.

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