Bimbi migranti separati da famiglie soli in tribunale

Manifestazione a favore del ricongiungimento dei bimbi migranti separati dai genitori.
Manifestazione a favore del ricongiungimento dei bimbi migranti separati dai genitori.

WASHINGTON. – Bimbi costretti a comparire davanti a un giudice, da soli, dopo essere stati separati dai genitori e chiusi nelle gabbie dei campi di detenzione per migranti al confine col Messico. E’ la denuncia shock affidata al Texas Tribune da Lindsay Toczylowski, avvocata e direttrice del Centro di tutela legale per migranti di Los Angeles, che piomba sulla crisi che ha travolto l’amministrazione Trump e ha spinto Washington verso un impasse politico ancora tutto da superare.

E mentre si moltiplicano le manifestazioni di protesta, la first lady, Melania Trump, torna al confine per incontrare i migranti e le autorità di frontiera. “Stavamo rappresentando in tribunale un bimbo di tre anni, separato da poco dai genitori. E lui, nel bel mezzo dell’udienza, ha iniziato a scalare il banco degli imputati”, ha raccontato Lindsay Toczylowski. “In quel momento è apparsa in tutta la sua evidenza l’assurdità di quello che stiamo facendo a questi bambini”.

Interpellata dal giornale l’agenzia per l’immigrazione e le dogane, che sovrintende alle espulsioni degli immigrati clandestini, non ha risposto. Prima della cosiddetta “tolleranza zero” voluta dal presidente Trump, gli irregolari fermati al confine comparivano davanti ai giudici insieme ai figli e spiegavano perché chiedevano il diritto di asilo negli Usa.

Ora, secondo Toczylowski, i bambini che si trovano a fronteggiare da soli le udienze si trovano in posizioni svantaggiose perché i genitori sono spesso le uniche persone a conoscere le cause che li hanno costretti a scappare dai lori Paesi.

Sono ancora oltre duemila i bimbi separati dai genitori al confine col Messico. Per molti di loro si prospetta un destino incerto. Martedì scorso un giudice federale ha deciso che i bambini separati dalle mamme e dai papà dovranno essere ricongiunti ai genitori, con un limite di tempo di 14 giorni per quelli con meno i 5 anni, e di 30 giorni per i più grandi. Nel frattempo, però, molti dei loro genitori sono stati già espulsi.

Quella di Lindsay Toczylowski è l’ultima testimonianza in ordine di tempo dall’inizio della vicenda che tocca una opinione pubblica spiazzata. A Washington una marcia di protesta delle donne si è trasformata in un fiume in piena ed è salita la tensione con la polizia. Un’altra mobilitazione è attesa per sabato, a partire da una grande manifestazione nella capitale ma con presidi e marce in tutti i 50 stati.

E’ intanto tornata in campo Melania Trump, con una seconda visita alla frontiera, questa volta a Tucson in Arizona, presso una struttura che è il primo approdo delle famiglie fermate dopo aver attraversato il confine illegalmente. “Sono qui per sostenervi e aiutarvi come posso”, ha detto.

A chiarire la linea è stata poi la sua portavoce Stephanie Grisham: “Tiene profondamente ai bambini. Non vuole vederli separati dalle famiglie”, ma sulla politica ripete: “Crede in leggi risolute per le frontiere” e vuole che il Congresso rafforzi la linea sull’immigrazione. Ma crede anche che “si governa col cuore”.

Nessun ‘messaggio nascosto’ questa volta, rilevano i media Usa, dopo la polemica scatenata da un parka verde militare che la first lady indossò nello scorso viaggio, con la sibillina frase sulla schiena: “Non mi importa proprio niente, e a te?”. Oggi Melania in blusa nera e pantaloni bianchi.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)