Declino democrazia in 24 Paesi, 2017 è anno nero

Si vota a mano alzata.
Si vota a mano alzata.

ROMA. – Oltre due miliardi e mezzo di persone, pari a circa un terzo della popolazione mondiale, vivono in Paesi in cui la democrazia è in crisi. I dati, pubblicati sulla rivista Democratization e raccolti da 3.000 esperti in 202 Paesi, indicano che nel 2017 si è registrato un declino della democrazia in 24 Paesi (l’Italia non è fra questi), compresi Stati Uniti e India.

Europa occidentale e Nord America, invece, sono tornati ai livelli di 40 anni fa, in termini di democrazia liberale, che si fonda sulla separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Per il gruppo dell’università svedese di Göteborg, che ha messo a punto la ricerca sotto la guida di Anna Lührman, questi risultati sono “davvero inquietanti”, perché il declino, che si traduce nella riduzione dei diritti e delle libertà, colpisce alcuni dei Paesi più importanti e popolosi del mondo.

A livello generale, i dati degli ultimi 6 anni portano la media globale indietro di almeno 25 anni nel tempo, cioè al livello globale di democrazia registrato dopo la fine dell’Unione Sovietica nel 1991. A sorpresa, l’Africa subsahariana è l’unica regione in controtendenza, perché mostra un piccolo aumento del livello di democrazia in tutta l’area. In particolare, dalla ricerca emerge che a essere sempre più minacciati sono: autonomia dei media, libertà di espressione e stato di diritto.

Invece le elezioni, che sono la caratteristica più visibile della democrazia, restano forti e stanno addirittura migliorando in alcuni Paesi. Tuttavia la “preoccupante tendenza” della crisi degli aspetti non elettorali della democrazia, osserva Lührmann rende le elezioni in tutto il mondo “meno significative”. I dati indicano, inoltre, che anche nei Paesi in cui la democrazia gode di ‘buona salute’, alcune fasce della popolazione, come donne e i meno ricchi, sono sistematicamente svantaggiate quando si tratta dell’accesso al potere politico.

Un accesso paritario, in termini di genere e status socio-economico, si riscontra nei Paesi che insieme ospitano solo il 15% della popolazione mondiale. L’esclusione dalla politica basata sullo stato socioeconomico, rileva l’analisi, sta diventando sempre più grave. Negli ultimi dieci anni, i ricchi hanno guadagnato molto più potere nei Paesi che ospitano in totale 1,9 miliardi di persone, ovvero un quarto della popolazione mondiale.

(di Monica Nardone/ANSA)

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