Asse Merkel-Macron, via libera al budget dell’eurozona

Angela Merkel e Emmanuel Macron posano per la foto ricordo, affacciati al balcone.
Angela Merkel e Emmanuel Macron posano per una foto ricordo. EPA/FILIP SINGER

BERLINO. – Il “nuovo capitolo” dell’unione monetaria europea si scrive a partire dal sì pronunciato oggi da Angela Merkel a Meseberg: i 19 paesi della moneta unica avranno il loro budget per lanciare un’offensiva sugli investimenti, contrastare le crisi e aumentare la convergenza economica fra i paesi dell’area. È la sospirata risposta all’ormai famoso ‘discorso della Sorbona’ di Emmanuel Macron, su cui Berlino e Parigi hanno avuto non poche frizioni negli ultimi mesi.

In vista del Consiglio europeo del 28 e del 29 giugno, il capo dell’Eliseo ha incontrato oggi la cancelliera nel castello del Brandeburgo – dove si sono consultati anche diversi ministri dei due governi, fino all’arrivo del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker – prima di comparire davanti alla stampa per annunciare la “seconda tappa della storia” della moneta europea.

La svolta sul bilancio dell’eurozona, fin qui ostacolato a Berlino, è stata annunciata proprio da lei, la Merkel, che da qualche mese governa con il voto determinante dei socialdemocratici di Olaf Scholz. Macron ha aggiunto che dovrebbe entrare in vigore dal 2021. Il piano franco-tedesco prevede anche la trasformazione del Meccanismo di stabilizzazione europeo (Esm) in un futuro fondo monetario europeo (potrebbe cambiare anche il nome) in grado di agire con nuove linee di crediti a breve per far fronte alle difficoltà improvvise che possano colpire i Paesi.

Sull’unione bancaria “bisognerà lavorare ancora per ridurre i rischi, ma ci riconosciamo in un coming-backstop nella cornice dell’Esm” per garantire stabilità alle banche, ha spiegato Merkel. Il futuro fondo potrà intervenire per salvare gli istituti a rischio. Ad ogni modo, dopo l’acceso dibattito dei mesi scorsi, la novità più inattesa è il budget dei paesi dell’euro. “Si tratterà di un vero e proprio bilancio, fatto di entrate e uscite su base annuale, decisi dai Paesi della moneta unica”.

Si lavora ancora per capire come dovrà essere finanziato: fondi europei, nazionali, forse una tassa sulle transazioni finanziarie. Delle spese deciderà la Commissione. Sui dettagli si aspetta però il confronto con gli altri partner. “Il bilancio dell’eurozona servirà alla competitività e all’avvicinamento che si può raggiungere attraverso investimenti e innovazione e capitale umano”, si legge nella dichiarazione finale di Meseburg, che annuncia fra l’altro “verifiche” sulla “possibilità di un fondo di stabilizzazione per la disoccupazione, per il caso di difficili crisi economiche, senza che si arrivi a trasferimenti finanziari.

Francia e Germania istituiranno un gruppo di lavoro che dovrà presentare delle proposte concrete fino al dicembre 2018”. I due leader hanno affrontato anche gli obiettivi comuni su difesa, sicurezza, migranti e clima. Macron si aspetta “più sovranità e più coesione” e ha annunciato “l’iniziativa dell’intervento europeo”, il rafforzamento di Frontex (da portare a 10mila agenti, secondo la proposta della Commissione), la solidarietà fra i Paesi, soprattutto con quelli più colpiti dal fenomeno, come l’Italia, di cui saranno “accolti i bisogni”.

Inoltre ha assicurato alla padrona di casa, finita sotto il fuoco amico del ministro Seehofer, l’appoggio di Parigi sui respingimenti. Entrambi hanno ammesso che il nodo più problematico fosse rappresentato proprio dalle riforme economiche, dove il dissenso era evidente. “È chiaro che c’è ancora molto lavoro, le cose non si risolvono in poche ore. Ma non si può riformare l’eurozona senza un accordo politico su una visione comune, e oggi è questo ciò che vogliamo esprimere in modo forte e chiaro”, ha asserito Macron.

“Giovedì prossimo – ha chiosato Merkel – riusciremo probabilmente ad ottenere che la Grecia compia l’ultimo passo per lasciare il programma, e così tutti i paesi dell’eurozona ne saranno fuori. È il momento giusto per andare avanti nel consolidamento dell’eurozona, che va messa al riparo dalle crisi”.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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