Amarcord: Vicente Llobregat, l’unico arbitro venezuelano in un mondiale

Llogrebat in mezzo a Facchetti e Nazaire, il capitano dell'Haiti.
Llogrebat in mezzo a Facchetti e Nazaire, il capitano dell'Haiti.

CARACAS – E’ tempo di mondiali di calcio, la nostra nazionale come tutti sappiamo non é tra le 32 partecipanti a Russia 2018. Oggi, vogliamo ricordare Vicente Llobregat, l’unico arbitro venezuelano ad aver diretto una gara in una kermesse iridata.

Erano le 18:00 del 15 giugno 1974, quel giorno sul campo dello stadio Olimpico di Monaco davanti a 53 mila spettatori si sfidavano: Italia-Haiti. Il direttore di gara fu il venezuelano Llobregat che prima del fischio d’inizio cercava di mantenere la calma nonostante il rumore della bolgia che gremiva gli spalti dello stadio tedesco. Il cammino dagli spogliatoi verso il campo, poi tutti gli atti protocollari, squadre sul terreno di gioco, inni nazionali, scambio di gagliardetti e poi fischio d’inizio. In questo modo il Venezuela entreva nella storia dei mondiali di calcio con la presenza di un arbitro tra i protagonisti.

Partita d’esordio di una nazionale azzurra che voleva conquistare la neonata Coppa Fifa, dopo l’assegnazione definitiva della Rimet al Brasile nel 1970.

Qualificazione “facile” per l’Italia, amichevoli di lusso (fra cui quella del gol di Capello a Wembley), una generazione di campioni che voleva e doveva vincere il “suo” Mondiale: da Riva a Rivera, passando per Mazzola e Facchetti, c’era ottimismo.

Dal canto suo, gli isolani si erano qualificati sotto la guida di un allenatore italiano, Ettore Trevisan, poi esonerato. I giocatori di Haiti avevano studiato bene gli azzurri e nel primo tempo avevano retto bene all’urto di Riva e compagni.

All’inizio del secondo tempo lo storico gol del 23enne Emmanuel Sanon, che mette un limite all’incredibile record di imbattibilità di Dino Zoff in partite internazionali andando via a Spinosi e superando anche il portiere: 1.142 minuti, record tuttora.

“Mai dimenticheró quel giorno. Ricordo ogni dettaglio di quella giocata che poi sarebbe diventa la prima rete della gara” – ha dichiarato Llogrebat in un’intervista, aggiungendo – “Facchetti, il difensore centrale dell’Italia, teneva per la maglietta a Sanon. Entrambi correvano ed io ero dietro di loro e gli dicevo: ‘giocate! Giocate! Anche se l’italiano stava facendo fallo ho deciso di non interrompere e dare la regola del vantaggio. Quando Facchetti ha visto che Sannon stava entrando in area l’ha lasciato per paura di commettere fallo da rigore. Effettivamente! Se continuava a strattonarlo avrei fischiato rigore, ma Sannon ha segnato quel gol che mi ha lasciato senza fiato sia per la corsa che ho fatto, che per il gesto tecnico”.

Dopo cinque minuti di terrore, pensando a un’altra Corea, il pareggio di Rivera, seguito dal vantaggio su autorete e dal famoso “vaffa” di Chinaglia all’indirizzo del c.t. che manda in campo Anastasi al posto suo.

“Il calcio é più di una passione! É un fenómeno collettivo che aiuta a creare un’identità ed alimenta lo spirito di uin popolo. Con il momentáneo svantaggio, gli azzurri si sono spaventati un po’. Ma nel calcio, i grandi sanno imporre la loro legge quando fanno pressione” spiega l’ex arbitro Llogrebat.

Quella vittoria ‘striminzita’, alla luce delle sonore sconfitte con la Polonia (0-7) e l’Argentina (1-4) subite dai caraibici, sarà fatale agli azzurri che usciranno al primo turno proprio per la peggiore differenza reti nel raffronto con gli argentini. Da allora, Haiti non è più tornata a disputare la fase finale di una Coppa del Mondo. Anche il Venezuela non ha avuto più un fischietto in un mondiale per adulti. Llogrebat si era guadagnato quel privileggio da parte della Fifa grazie alle ottime prestazioni durante le diverse gare di Coppa Libertadores dov’era stato chiamato e stiamo parlando di finali e semifinali. Spicca anche una presenza nella Coppa Intercontale quando si sfidarono Independiente de Avellaneda ed Atlético Madrid.

“E’ importante avere memoria ed in questo paese molte volte non c’è l’abbiamo. Io ho una credenziale FIFA che come ex arbitro internazionale posso entrare in qualsiasi stadio del mondo senza comprare il biglietto. Con quella tessera sono entrato in stadi del calibro del Santiago Bernabéu o Vicente Calderón senza problema e mi assegnavano posti VIP, ricevendo attenzioni che mi fanno arrossire. Una volta, qui in Venezuela, sono andato allo stadio Olímpico. Porto la mia tessera e quando mi presento nello porta dello stadio non mi consentono l’ingresso e mi dice que quella credenziale non serviva. Io mi sono infuriato e gli ho detto quello che non serve sei te e me ne sono andato”.

Questa é la storia dell’unico arbitro venezuelano ad aver parecipato in una gara di un mondiale.

 

(di Fioravante De Simone)

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