Garavaglia, viceministro dell’Economia: “Lotta ai grandi evasori non agli idraulici”

Scontrini per la tracciabiilità
Scontrini per la tracciabilità..

ROMA. – La pace fiscale non sarà un condono tombale, perché “non è quella la cosa giusta da fare”. E la lotta all’evasione fiscale non si concentrerà sui pesci piccoli ma su quelli grandi, non sull’idraulico o sull’artigiano, ma sugli evasori totali. E’ di nuovo Massimo Garavaglia, viceministro dell’Economia in quota Lega, a dettare l’agenda economica del governo e a prefigurare i contorni di una delle operazioni più attese, la “pace” tra fisco e contribuenti.

Qualcuno l’ha in realtà già ribattezzata ‘rottamazione-ter’, ma secondo il viceministro il principio fondamentale sarà quello di non vessare chi ha debiti con il fisco e di “riportare in vita” chi è stato messo fuori gioco da “regole assurde a sbagliate”. Lo stesso concetto, insomma, che ispirerà i primi passi della flat tax su imprese e partite Iva, fatti per riscattare chi è più “in sofferenza”.

Il primo esempio citato da Garavaglia è l’esperienza della Regione Lombardia sul bollo auto: per recuperare gli importi non pagati si è chiesto a chi era in arretrato di pagare solo il dovuto, senza interessi e more. Secondo esempio è quello dei premi per i controllori del fisco, che non possono continuare ad essere gli stessi sia che si vada a verificare la posizione di “un povero artigiano” che ha commesso un errore formale, sia che si lotti contro un grande evasore.

“I premi – ha spiegato il leghista a CircoMassimo su Radio Capital – vanno differenziati. Oggi si continua a colpire l’omessa fatturazione, l’idraulico che non ti dà la ricevuta, ma è solo la minima parte dell’evasione del nostro Paese”. Il viceministro non ha quindi escluso che si possa agire sulla leva del deficit, rimandando, “come ogni anno” con la ormai consueta trattativa in sede Ue e “senza stracciarsi le vesti”, il pareggio di bilancio ed è tornato su alcuni punti chiave del programma: flat tax e revisione della legge Fornero, entrambi spalmati sul lungo periodo.

Per la prima si partirà, come annunciato, da imprese a partite Iva, sperando di riuscire a portare a casa qualcosa già quest’anno. Per la seconda il primo step è invece quota 100. Stesso discorso per la benzina: la priorità è affrontare il problema della fatturazione elettronica, obbligatoria per i gestori dal primo luglio, sulle accise (che nel contratto Lega e 5S si sono impegnati a cancellare nelle componenti più anacronistiche) invece si vedrà. Il governo non peraltro ha alcuna intenzione di toccare gli 80 euro.

Piuttosto si potrebbe “farli diventare quello che sono davvero, una riduzione d’imposta anziché una spesa”. Il bonus Irpef di Matteo Renzi è stato classificato come spesa sociale per farlo comparire chiaramente come voce a se stante in busta paga. In questo modo però non ha mai inciso sulla pressione fiscale misurata dall’Istat. Nessuna retromarcia infine sull’idea di rendere libera la circolazione del contante, nonostante la differenza di vedute con il Movimento 5 Stelle.

“Pensiamo di convincerli”, ha puntualizzato il viceministro. Delle misure concrete domani non dovrebbe intanto comparire menzione nella risoluzione al Def, in votazione alla Camera e al Senato. L’unica indicazione esplicita dovrebbe essere alla sterilizzazione dell’Iva, con poi il riferimento al contratto di governo nel suo insieme, senza tuttavia scendere in dettaglio. Si allontana quindi l’idea di parlare proprio di pace fiscale, cara alla Lega, così come di reddito di cittadinanza, simbolo del Movimento. Ma, anche senza queste indicazioni, per il fatto che si citi il ‘contratto’ il Pd voterà contro.

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