ROMA. – Luigi Di Maio cerca di uscire dall’impasse dell’inchiesta romana sullo stadio, chiede trasparenza sulle donazioni ai partiti, la promette subito anche per l’associazione pentastellata Rousseau ma invita Matteo Salvini a fare altrettanto. Non ci sta a vedere il M5s finito nel tritacarne quando, dice in un’intervista all’Huffington, i finanziamenti del costruttore dello stadio sono andati ad altri partiti. E poi, se di trasparenza occorre parlare, valga anche “per la fondazione del Carroccio. Noi faremo una legge, ma chi trasparente vuole esserlo da subito non ha la necessità della legge per rendere tutto pubblico”.
E’ la prima volta che il leader M5s chiama in causa l’alleato di governo del quale, assicura, non teme la concorrenza: “Questo è un complesso che non ho. Come non lo hanno i nostri ministri o i nostri parlamentari”. Però Di Maio inizia a prendere le misure dal leader del Carroccio. “Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento registrazione o schedatura, se una cosa non è costituzionale non la si può fare” dice chiaro quanto al nuovo fronte aperto da Salvini sui rom.
Allo stesso tempo, Di Maio tenta di ridimensionare la battaglia dell’alleato sui migranti: “Lavoro da due settimane per problemi degli italiani che sono enormi e di cui ci dobbiamo occupare. Gli italiani sono la priorità, bene occuparsi di immigrazione ma prima occupiamoci dei tanti italiani che non possono mangiare”.
Di Maio rilancia l’agenda M5s, promette guerra al precariato proprio mentre il premier a Berlino annuncia che chiederà di usare i fondi europei per il reddito di cittadinanza. Insomma il leader 5 stelle cerca di passare al contrattacco, lanciando innanzitutto la questione della riforma della legge Letta sul finanziamento ai partiti che vuole retroattiva e comprensiva delle donazioni che vengono fatte alle fondazioni vicine ai partiti.
“Abbiamo bisogno di una banca dati che contenga le informazioni relative ai finanziamenti ai partiti e alle fondazioni ad esso riconducibili relativa almeno alle ultime due legislature” e “se non sarà possibile rendere pubblici erga omnes le informazioni risalenti a prima della riforma, istituiremo un registro che sarà accessibile su richiesta. Ma in ogni caso la retroattività dovrà esserci. Considerati gli attacchi deve essere chiaro che noi non abbiamo nulla da nascondere. Vediamo chi in questi anni ha preso veramente i soldi”.
E’ un modo per tenere a bada anche le fibrillazioni interne che stanno venendo a galla. Oggi anche il “leader” degli ortodossi e presidente della Camere, Roberto Fico, è uscito dal cono d’ombra per commentare l’inchiesta sullo stadio: “La cosa importante è rispondere con la durezza massima e l’aiuto massimo alla magistratura”.
Gli ribatte il ministro Riccardo Fraccaro, finito nel mirino per aver, con Alfonso Bonafede, “vigilato” sui dossier della giunta Raggi. “Massima durezza lo diciamo tutti..” minimizza il ministro che tuttavia non fornisce una versione chiara sulla sua partecipazione alla famosa cena dell’associazione Casaleggio con Lanzalone. E tentenna: “Non credo di essere stato presente a quella cena, non mi sembra… No non ero presente. Non mi sembra”.
(di Francesca Chiri/ANSA)