“Stadio Capitale”, nuovo ciclone sulla politica romana

Sul modellino dello stadio sovrapposte le foto dei personaggi implicati nell'inchiesta
Colpiti uomo Zingaretti, manager vicino a Grillo, luogotenente FI

ROMA. -A tre anni e mezzo dalla maxi inchiesta Mafia Capitale, la politica romana sprofonda in un altro scandalo giudiziario. Questa volta al centro dell’indagine, coordinata dalla Procura di Roma, c’è il progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, una delle poche grandi opere in programma nella Capitale. E gli arrestati eccellenti, oltre al costruttore Luca Parnasi e a suoi collaboratori, sono ‘tripartisan’: dall’ex assessore del governatore dem Nicola Zingaretti, Michele Civita, al vicepresidente della Pisana, il forzista Adriano Palozzi, fino all’avvocato Luca Lanzalone, consulente per il Comune a 5 Stelle sul dossier stadio e successivamente nominato presidente Acea.

Ma è dentro il Movimento, nato e cresciuto sui principi di onestà e trasparenza, che l’indagine deflagra in maniera più evidente. “Ho contattato subito i probiviri del Movimento e ho detto di accertare tutto quello che c’é sulle persone che potrebbero essere coinvolte in questa cosa. Chi sbaglia paga. Se le accuse verso queste persone, non solo del Movimento ma in generale, dovessero esser provate, questo dimostrerebbe come la gente si rovina la vita pur avendo delle posizioni di tutto rispetto”, afferma il leader Luigi Di Maio, che da sempre è stato a fianco della sindaca nella lunga gestazione del nuovo progetto dello stadio.

La linea è la stessa della sindaca Virginia Raggi: “Chi ha sbagliato pagherà, noi siamo dalla parte della legalità. Se è tutto regolare, spero che il progetto stadio possa andare avanti”. La prima cittadina non c’entra nulla con l’indagine e gli atti del Comune non sono oggetto del procedimento, hanno precisato gli inquirenti. Ma un pezzo grosso del Campidoglio a guida grillina compare tra gli indagati: è il capogruppo Paolo Ferrara, che in giornata, pur dicendosi “sereno ed estraneo alla vicenda” si autosospende dal Movimento.

Mentre l’atmosfera tra i consiglieri si fa cupa: “Sono cose che fanno male.. Non se lo aspettava nessuno”. Pesano ora le parole di monito sullo stadio della dissidente Cristina Grancio espulsa da M5S perchè contraria al progetto e quelle dell’ex assessore all’urbanistica Paolo Berdini che lasciò proprio per il progetto a Tor di Valle. Ipotesi dimissioni dal vertice di Acea per Luca Lanzalone che, secondo quanto emerge dalle carte, avrebbe avuto il compito di “fare combaciare gli interessi pubblici con quelli privati” nell’operazione stadio, un’opera con un giro di affari di un miliardo di euro.

“Lanzalone è stato messo a Roma da Grillo per il problema stadio insieme al professore Fraccaro e Bonafede”, diceva di lui l’imprenditore Luca Parnasi (anche egli arrestato) che acquistò il terreno a Tor di Valle.

“L’amministrazione regionale ha condotto la Conferenza dei servizi in modo tecnicamente corretto e trasparente – sottolinea il governatore Nicola Zingaretti -. Michele Civita, che considero da sempre un uomo onesto delle istituzioni, sono convinto che saprà dimostrare la fondatezza delle sue ragioni”.

Intanto, sia Civita (ora consigliere regionale Pd), sia il forzista Palozzi rischiano la sospensione dalla Pisana. Dentro Forza Italia è indagato anche il consigliere comunale Davide Bordoni. Anche lui si dice “sicuro che verrà confermata” la sua “estraneita’ ai fatti”. L’inchiesta potrebbe non fermarsi qui. Come i guai per al politica romana.

(di Paola Lo Mele/ANSA)