Aquarius naviga verso Valencia, si teme mare mosso

Aquarius, i migranti assiepati a prua.
Aquarius, i migranti assiepati a prua.

ROMA. – L’Aquarius procede a 10 nodi l’ora con la prua verso Valencia, con una sola preoccupazione: che il mare non si alzi troppo. Perché dello scontro politico tra Italia e Francia a bordo della nave che, suo malgrado, lo ha scatenato, arriva solo un’eco lontana. Fanno molta più paura le onde che le parole di Macron e Salvini.

A 24 ore dalla partenza la nave ha ormai doppiato il capo di Marsala: davanti a lei c’è solo mare aperto fino alla Sardegna, poi il passaggio a sud di Capo Teulada e la traversata per arrivare a Valencia. Ed è proprio quest’ultimo tratto che preoccupa, visto che le previsioni meteo danno il mare in peggioramento in quella zona nelle prossime ore. Già si registrano le prime avvisaglie.

“Le condizioni meteo non sono buone – conferma da bordo Alessandro Porro – si è alzato il vento a 25 nodi e c’è stata pioggia. Inoltre, nel tragitto verso la Spagna avremo onde di 4 metri”. Per questo, l’equipaggio e i volontari hanno lavorato tutto il giorno con l’obiettivo di mettere in sicurezza la nave. “Con l’alzarsi delle onde le condizioni di sicurezza diventeranno più critiche. E’ necessario prendere una serie di misure per permettere una vita a bordo più sicura”.

E’ ovvio però che la soluzione Valencia non piace a nessuno degli operatori umanitari. “C’è un sentimento di frustrazione e indignazione” – ammette Sophie Beau, direttore di Sos Mediterranee – salvare le persone deve venire prima di ogni considerazione politica”. Per ora comunque la situazione a bordo è tranquilla. “Le condizioni dei migranti sono buone: avendo ridotto il numero delle persone riusciamo a prenderci meglio cura di loro” racconta ancora Porro.

Ad uomini, donne e bambini sono state distribuite scarpe e un cambio di vestiti. Dopo giorni in mare, inoltre, hanno anche potuto fare una doccia. E prima di lasciare la Sicilia, Aquarius ha fatto una breve sosta davanti a Mazara del Vallo: il tempo per gli uomini di nave Dattilo e di nave Orione – le due unità della Guardia Costiera e della Marina Militare che la scortano e che hanno a bordo la maggioranza dei 629 migranti – di rifornire la nave di acqua, arance, barrette di cerali e pane.

“Ogni rifornimento è benvenuto, ma siamo preoccupati per le condizioni dei migranti, molti di loro sono denutriti” ha commentato Msf rispondendo poi a Salvini che nell’informativa al Senato ha ricordato di aver offerto, senza ottener risposta, di sbarcare in Italia le donne incinte e i bambini: “Non abbiamo rifiutato di evacuare donne incinte e casi vulnerabili. Abbiamo sottolineato l’importanza di non separare le famiglie e di non effettuare evacuazioni contro la volontà delle persone”.

Contro il titolare del Viminale si schiera anche l’altra Ong impegnata nel Mediterraneo Centrale, Sea Watch, la stessa cui Salvini ha già fatto capire chiaramente che non sarà consentito l’attracco nei porti italiani. “Aspettiamo assieme alla Marina statunitense una risposta dall’Italia. C’è bisogno di un porto sicuro ora” per i 41 sopravvissuti al naufragio di ieri in cui sono morti 12 migranti.

E’ entrata invece nel porto di Catania nave Diciotti della Guardia Costiera, con il suo carico di 932 migranti salvati nei giorni scorsi al largo della Libia, tutti molti provati da violenze e soprusi. “Viva l’Italia” hanno urlato alcuni di loro dal ponte, sorpresi di vedere centinaia di giornalisti ad attenderli. Ma dal ventre della nave sono usciti anche i corpi senza vita di due giovani somali, un uomo e una donna, morti di stenti sul gommone prima che arrivassero i soccorritori. “Erano provati e denutriti, erano stati compagni di prigionia nei campi in Libia e non c’erano familiari che viaggiavano con loro” dicono gli operatori umanitari. Sono morti abbracciati e ora per loro ci sarà lo stesso destino: una tomba con scritto ignoto. Come tante altre tombe di migranti sparse in tutta la Sicilia.

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