L’Italia delle culle vuote, nel 2017 nuovo minimo storico

Maschietti e femminucce in un nido di ospedale.
Il nido di un ospedale CIRO FUSCO/ANSA

ROMA. – Ancora un minimo storico: nel 2017 i nuovi nati in Italia sono risultati nuovamente in calo, -15mila in un anno, e per il terzo anno consecutivo sotto il mezzo milione. L’Istat ha certificato un trend in atto da anni con la nascita, nel 2017, di 458mila bambini. Mai così pochi dall’unità d’Italia. Nascono meno bambini anche nelle famiglie straniere. Aumentano invece i decessi, le persone che lasciano il Paese, soprattutto tra i più giovani, e così la popolazione si assesta a poco più di 60 milioni di residenti.

“Il minimo storico delle nascite è purtroppo una notizia tristemente attesa, visti i dati di trend, e bruttissima. Da qui partiamo: il senso primario del ministero per la Famiglia è il rilancio demografico, con politiche concrete di sostegno alla natalità”, ha assicurato il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana.

“La demografia è il cuore del futuro del Paese. Non può esistere vero rilancio economico senza un rilancio delle nascite”, ha aggiunto il ministro. Un richiamo forte a nuove politiche è stato ribadito dal Forum Famiglie che invoca per la natalità una sorta di ‘Piano Marshall’: “L’Italia sta morendo. Che cosa stiamo aspettando? Il tema demografico non è uno dei tanti argomenti politici, è la priorità assoluta. Chiediamo con forza e preoccupazione una risposta immediata del nuovo Governo”, ha commentato il Presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, Gigi De Palo.

La richiesta prioritaria è quella di una “riforma fiscale seria che metta le famiglie al centro”. Il picco positivo delle nascite, quando i dati superavano il milione di bambini, risale ormai a oltre mezzo secolo fa: gli anni del baby-boom sono il 1964-65, con numeri sostenuti anche negli anni successivi, e la diminuzione delle nascite oggi è legata sia a “fattori strutturali” ma anche “all’uscita dall’età riproduttiva delle generazioni molto numerose nate all’epoca del baby-boom”.

Il numero di decessi registrato nel 2017, pari a 649.061, è superiore di 33.800 unità rispetto al 2016 ed è il valore più elevato dal 1945, “tendenza in linea con l’aumento ‘fisiologico’ dei decessi – spiega l’Istituto di statistica – che ci si può attendere in una popolazione che invecchia”.

Dai dati statistici anche uno spaccato della presenza dei migranti: 5 milioni i residenti regolari, anche se si è registrata lo scorso anno una battuta d’arresto nell’acquisizione della cittadinanza. In Italia risiedono persone di circa 200 nazionalità: nella metà dei casi si tratta di cittadini europei (oltre 2,6 milioni); la cittadinanza più rappresentata è quella rumena (23,1%) seguita da quella albanese (8,6%).

(di Manuela Tulli/ANSA)

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