Migrante ucciso: fermato indagato, vendetta per furti

La foto di Soumayla Sacko durante una manifestazione di protesta di immigrati.
La foto di Soumayla Sacko durante una manifestazione di protesta di immigrati.

VIBO VALENTIA. – Sarebbero stati i continui furti di lamiere nell’ex fornace La Tranquilla, che riteneva fosse di sua proprietà, ad armare la mano di Antonio Pontoriero, agricoltore di 43 anni, fermato all’alba dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia con l’accusa di avere ucciso a fucilate il 29enne Soumayla Sacko, maliano, bracciante e sindacalista, e del ferimento di altri due connazionali della vittima.

Il provvedimento di fermo di Pontoriero, accusato di omicidio volontario e porto e detenzione illegale di arma, è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia a seguito di un’ulteriore assunzione di informazioni che hanno confermato un “quadro che era evidente sin dall’inizio”.

Non è stato necessario nemmeno attendere i risultati dello stub e degli esami specialistici su jeans e maglietta dell’indagato e inviati agli specialisti del Ris di Messina. Pontoriero, nipote di uno dei vecchi custodi della ex fornace dismessa e trasformata negli anni in cimitero di rifiuti tossici e nocivi, era stato iscritto nel registro degli indagati nelle ore immediatamente successive al delitto in base a quanto dichiarato dai due connazionali della vittima scampati all’agguato che, da subito, hanno riferito precise caratteristiche somatiche, tipo di abbigliamento e auto dello sparatore.

A consentire di stringere il cerchio intorno al quarantatreenne c’è stato poi un altro importante elemento: lo scorso 5 maggio, alla stazione dell’Arma di San Calogero, era giunta una telefonata di cittadini del luogo che segnalavano furti in serie nella zona dell’ex fornace. I militari, in quella circostanza, avevano identificato alcune delle persone che lamentavano la presenza di extracomunitari, tra le quali vi era proprio Pontoriero. Così gli investigatori, dopo avere memorizzato il volto dell’uomo lo hanno sottoposto, insieme ad altre 11 immagini, al testimone oculare del delitto che non ha avuto esitazioni.

In seguito l’attività investigativa è andata avanti con il sequestro della Fiat Panda dell’indagato, la stessa descritta sempre dal testimone oculare, e degli indumenti indossati dal sospettato. L’acquisizione di altre fonti testimoniali e la visione dei filmati di telecamere di videosorveglianza sugli spostamenti della vettura hanno fatto il resto consentendo di ricostruire il percorso della Panda indicata dai due feriti e di completare il quadro indiziario a carico di Pontoriero.

Sulla vicenda di San Calogero, incontrando una delegazione della Cgil guidata dalla segretaria generale Susanna Camusso, è intervenuto oggi il presidente della Camera, Roberto Fico. “Le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere e lavorare i braccianti agricoli impegnati nelle raccolte nei campi – ha detto Fico – non possono lasciarci indifferenti. Ed è in questo contesto di insopportabile miseria che si è consumato pochi giorni fa l’assassinio di Soumayla Sacko”.

L’Usb, la sigla sindacale di cui era attivista la vittima, invece, dopo avere avviato campagna di crowdfounding per il trasporto della salma in Mali, avanza dubbi sull’ipotesi della reazione al furto e parla di “lettura poco credibile”.

(di Clemente Angotti/ANSA)

Lascia un commento