Procura tedesca vuole estradare Puigdemont, per “alto tradimento”

Carles Puigdemont © ANSA/EPA. EPA/STEPHANIE LECOCQ

MADRID. – Carles Puigdemont si è macchiato di “alto tradimento” e va consegnato a Madrid. E’ la richiesta della procura dello Schleswig-Holstein, in Germania, dove il leader catalano è detenuto dal 25 marzo quando è stato fermato mentre tornava dalla Finlandia in Belgio. La procura tedesca, come previsto, si è allineata sulle tesi accusatorie di quella spagnola e del tribunale supremo di Madrid. Ora la parola passa all’alta corte dello Schleswig-Holstein, che entro due mesi deve decidere se concedere o meno l’estradizione.

Puidgemont è accusato da Madrid di ribellione e malversazione di fondi pubblici, per avere portato avanti pacificamente il progetto politico dell’indipendenza e rischia 30 anni di carcere. Secondo la legge spagnola, come quella tedesca per l’alto tradimento, però il reato di ribellione comporta una ‘sollevazione violenta’. Che in Catalogna non c’è stata. La procura ha chiesto anche che Puigdemont rimanga in carcere fino alla decisione finale, per il ‘rischio di fuga’.

Il suo prestigioso avvocato tedesco, Wolfgang Schomburg, ex giudice del Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia, ha avvertito che farà ricorso alla Corte costituzionale se non sarà liberato. La corte del Land dovrebbe pronunciarsi nel giro di pochi giorni sulla richiesta di scarcerazione. Sul merito della richiesta di estradizione tutto sembra ancora aperto.

Il noto penalista tedesco Kai Ambos ha detto all’emittente catalana Tv3 di ritenere difficile che l’estradizione sia concessa per l’accusa di ribellione, ma possibile lo sia solo per la presunta malversazione, cioè per aver usato fondi pubblici per il referendum del 1 ottobre. Puigdemont allora non potrebbe essere processato in Spagna per l’accusa più grave. Sarebbe secondo Ambos una “vittoria di Pirro” per la Spagna, che vedrebbe bocciato dall’Europa il teorema accusatorio contro tutti i leader separatisti, 9 dei quali tuttora in carcere a Madrid.

In Catalogna intanto prosegue la resistenza la linea del pugno di ferro di Madrid. Il Parlament di Barcellona ha deciso di concedere a Puigdemont, ora deputato regionale, la possibilità di delegare il voto. Una facoltà concessa agli altri leader detenuti a Madrid ma vietata dalla Corte costituzionale spagnola per l’ex President. L’opposizione unionista farà ricorso.

Nel paese i Comitati di Difesa della Repubblica (Cdr) preparano nuove agitazioni, blocchi di strade e autostrade, per chiedere la liberazione dei leader. La procura di Madrid minaccia di procedere anche contro di loro per ‘ribellione’. Il Pp del premier Mariano Rajoy li accusa di “terrorismo a bassa intensità”. Oggi hanno replicato dichiarando la Spagna “stato repressore e fascista”.

E cresce la solidarietà europea. Il presidente del consiglio regionale veneto Roberto Ciambetti ha avvertito che “Puigdemont rischia di essere il primo detenuto politico dell’Ue: un fatto gravissimo, che tradisce gli ideali democratici su cui si basa l’Unione”.

(di Francesco Cerri/ANSA)

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