Boeri: “Reddito di cittadinanza costerebbe 35-38 miliardi”

Il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, interviene alla conferenza sul Reddito di Inclusione (ReI), organizzata dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali e dall’Inps.

ROMA. – Il reddito di cittadinanza così come proposto dal Movimento 5stelle in campagna elettorale costerebbe a regime circa 35-38 miliardi l’anno. Il calcolo arrivato dal presidente dell’Inps, Tito Boeri – che ha aggiornato le stime dell’Istituto rispetto alla proposta di legge presentata dal Movimento all’inizio della scorsa legislatura (29 miliardi di euro) – piomba sul dibattito politico in vista della definizione del nuovo Governo. Ma arriva pronta la replica del M5s.

“Il Reddito di cittadinanza costa 14,9 miliardi più i 2,1 che abbiamo previsto per la riforma dei Centri per l’impiego. Punto. Ci basiamo sulla stima Istat che ha confermato il costo da noi calcolato per il nostro provvedimento”, ha replicato la senatrice Nunzia Catalfo che rilancia ricordando le difficoltà dell’Inps sul cumulo delle pensioni dei professionisti, sul quale è stato poi raggiunto un accordo.

“La mia impressione è che Boeri conosca la materia meglio dei 5 Stelle”, ha chiosato il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Indirettamente affronta il tema anche il premier uscente Paolo Gentiloni. “Il Paese – ha detto Gentiloni presente all’iniziativa dell’Inps – si troverà nelle prossime settimane davanti ad un bivio. Se è vero che c’è moltissima strada da fare e l’elettorato l’ha registrato, penso che la strada imboccata sia quella giusta. Il Paese non può permettersi una fiera delle velleità che ci porterebbe fuori strada”.

La via per sostenere le persone che sono in una situazione di povertà secondo Gentiloni, ma anche secondo il presidente dell’Inps, è quella imboccata con il Rei, il reddito di inclusione che oltre ad avere un costo molto minore (2,2 miliardi complessivi nel 2018, tre miliardi a regime nel 2020) prevede un progetto personalizzato per l’uscita della famiglia dalla condizione di bisogno.

“Il reddito minimo c’è già – dice Boeri alla presentazione dei primi dati sul reddito di inclusione – e si chiama Rei. E’ un primo passo, ancora sottofinanziato, ma c’è”. I nuclei che sono stati beneficiati da misure di contrasto alla povertà – spiega Boeri riferendosi al Rei, al Sia, il sostegno all’inclusione attiva e alle misure regionali integrative – sono 251.000 famiglie per 870.000 componenti”.

Al momento è stato raggiunto quasi il 50% della platea potenziale (era 1,8 milioni di persone al primo step) ma a luglio la misura diverrà universale (vengono meno i requisiti familiari e restano solo quelli economici) e si punta a una platea di quasi 700.000 famiglie e 2,5 milioni di persone interessate.

L’importo del Rei raggiunge al massimo 187 euro per una famiglia composta da una sola persona e 485 euro in caso di almeno cinque componenti. La proposta di reddito di cittadinanza del Movimento cinque stelle punta ad assicurare 780 euro mensili per persona singola e 1.638 euro a una coppia con due figli minori. L’importo assegnato non sarebbe totale ma integrerebbe il reddito esistente fino a quella cifra, considerata la soglia di povertà.

La Confindustria chiede di “rallentare sulle promesse elettorali” e di “essere più realisti e per arrivare ad un programma di Governo che non aumenti debito e deficit” e che “acceleri sulla crescita”. Anche se il reddito di cittadinanza costasse solo 15 miliardi come sostiene il Movimento 5 stelle questa spesa insieme allo stop dell’aumento dell’Iva arriverebbe a 30 miliardi.

“Il problema è – dice Boccia – dove prendiamo le risorse”. Si potrebbe invece lavorare, secondo il leader di Confindustria, sul reddito di inclusione messo in campo dal Governo “allargandolo un po’”.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA)

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