Perù: Vizcarra giura in Parlamento come nuovo presidente

Martin Vizcarra

LIMA. – Il vicepresidente peruviano Martin Vizcarra ha prestato giuramento davanti al Parlamento di Lima, dopo le dimissioni del presidente Pedro Pablo Kuczynski, e tenterà di costituire un governo di unità nazionale, con l’appoggio di diverse forze politiche, secondo quanto prevedono gli analisti locali. Vizcarra (55 anni) è tornato in Perù durante la notte scorsa, dopo che Kuczynski ha gettato la spugna, alla vigilia del dibattito in Parlamento di una mozione di impeachment, promossa per i suoi presunti rapporti irregolari con la multinazionale brasiliana Odebrecht, quando era ministro del governo di Alejandro Toledo (2001-2006).

Secondo i media di Lima, Vizcarra si appresta a nominare come suo vicepresidente l’attuale premier, Mercedes Araoz, ma si ignora ancora quali saranno i suoi ministri, dopo che i 18 membri del gabinetto hanno rinunciato ai loro incarichi, a causa delle dimissioni di Kuczynski.

La trattativa politica che dovrà affrontare il nuovo presidente è tutta in salita, giacché il principale gruppo politico in Parlamento è quello di Forza Popolare, il partito di Keiko Fujimori, la figlia dell’ex presidente Alberto Fujimori battuta da Kuczynski nelle presidenziali dell’aprile del 2016. La sessione parlamentare di oggi segna anche la rottura definitiva fra Keiko Fujimori e suo fratello Kenji, che con una pattuglia di deputati dissidenti salvò Kuczynski da un precedente tentativo di impeachment, nel dicembre dell’anno scorso.

“Oggi siamo di fronte ad un’immensa crisi politica. Quando si tratta del bene del Perù, non dovrebbero prevalere interessi particolari ma il bene comune della Patria”. Con questa esortazione inizia il messaggio della Conferenza Episcopale Peruviana (Cep), riportato dall’agenzia vaticana Fides, pubblicato a motivo dell’attuale crisi che attraversa il Paese in seguito alle dimissioni del presidente della Repubblica Pedro Paolo Kuczynski.

Come affermano i vescovi, in Perù sta avvenendo un “processo sistemico di corruzione causata dal divorzio tra etica e politica, rafforzata da ambizioni personali e di gruppo, esacerbata dall’impunità e maltrattata da un sistema che ignora la giustizia”. Il testo sottolinea che è stato raggiunto “un punto di rottura politica” di tale portata che, per far sì che il paese abbia un nuovo inizio, è necessaria “una ripresa etica e morale a tutti i livelli”, perché “la corruzione ha rubato la speranza, specialmente dei poveri e dei giovani”.

Quindi i vescovi invitano “ad adempiere al dovere costituzionale di governare” perché questa è una responsabilità di tutti i poteri dello Stato, e “nessuna autorità può sentirsi esentata”, sottolineando che “chiunque assuma la guida del Perù deve promuovere e ricevere il sostegno di tutte le forze sociali per generare passo dopo passo un accordo di governance”.

“Chiediamo ai cittadini di assumere gli incarichi pubblici consapevoli dell’impegno di servire il Paese e di non usare la politica per i propri interessi”, aggiungono, chiamando alla responsabilità quanti “hanno molto da dare e non lo fanno”, riferendosi in particolare al disinteresse dei giovani.

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