L’Ue richiama l’ambasciatore, è scontro con Mosca

L'ambasciata della Gran Bretagna a Mosca. EPA/YURI KOCHETKOV

BRUXELLES. – Sale alle stelle la tensione tra l’Unione europea e Mosca per il caso dell’ex spia russa Serghei Skripal e di sua figlia Yulia, avvelenati con un agente nervino a Salisbury. Al termine di una lunga discussione durata fino a notte fonda, alla cena del vertice, i 28 leader hanno chiesto all’Alto rappresentante Federica Mogherini di richiamare per consultazioni il capo della delegazione Ue in Russia, l’ambasciatore Markus Ederer, che sarà di rientro a Bruxelles già nel weekend.

Una mossa di fronte alla quale il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha espresso “rammarico”, anche perché decisa non su fatti accertati ma sulla base di “alte probabilità”. Mentre il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ha avvertito: Londra cerca di “spingere i partner a passi verso lo scontro. Punta a rendere la crisi con la Russia quanto più profonda possibile”.

Ma la decisione dei leader Ue sembra essere solo l’inizio di una crisi diplomatica che annuncia peggioramenti già da lunedì. Almeno una decina di Paesi si sono detti pronti a varare misure bilaterali per rispondere a quello che, secondo le parole del presidente Emmanuel Macron, è stato un attentato alla “sicurezza e alla sovranità europea” con l’utilizzo di armi chimiche per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale sul suolo europeo.

La presidente lituana Dalia Grybauskaite nei prossimi giorni avvierà l’espulsione di diplomatici russi, sulla falsariga di Londra: in particolare si parla di personale di intelligence sotto copertura per contribuire a smantellare la rete di 007 messa in piedi dal Cremlino in Europa. Altri, come Danimarca, Lettonia, Estonia, Svezia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia e Irlanda potrebbero ricorrere a misure analoghe.

Tra gli strumenti al vaglio, anche la convocazione dell’ambasciatore russo per chiarimenti o il richiamo delle proprie feluche per consultazioni, come fatto con il capo delegazione dell’Ue. Anche Berlino e Parigi adotteranno presto “misure proporzionate” per reagire all’attacco messo a segno con una tossina del gruppo ‘Novichok’, un’arma chimica che l’Unione sovietica cercò di sviluppare negli anni ’70-’80.

La decisione di usare il pugno di ferro è arrivata dopo gli aggiornamenti di Theresa May, che alla cena del vertice “ha dato indicazioni chiare” sulle “responsabilità della Russia”, come sottolineato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, vera regista della linea dura. Le parole della premier britannica che ha definito la Russia un “nemico strategico” hanno convinto i 27, che nella dichiarazione finale hanno messo nero su bianco di concordare con Londra “sull’alta probabilità” che Mosca sia dietro il caso dell’avvelenamento di Skripal e di sua figlia Yulia poiché “non vi è altra spiegazione plausibile”.

A niente sono valsi i richiami alla cautela di Paolo Gentiloni, del premier spagnolo Mariano Rajoy, del bulgaro Bojco Borissov, del greco Alexis Tsipras e del cipriota Nicos Anastasiades, che nonostante le raccomandazioni, alla fine, hanno preferito non mettersi di traverso.

(di Patrizia Antonini/ANSA)