Competitività: Italia fatica, 64% delle imprese poco digitale

Industria 4.0,piano del Governo per rilanciare la crescita

MILANO. – Sono ancora limitati gli investimenti nel sistema produttivo italiano, soprattutto sul fronte del capitale umano, circostanza che diventa un freno importante anche per la competitività delle imprese. Di pari passo va anche il livello della digitalizzazione: Il 63% delle imprese, soprattutto se piccole, tradizionali e del Centro-Sud, ha infatti un tasso molto basso di digitalizzazione. Il 32% è a livelli medi e ad alta digitalizzazione arriva solo il 5% delle imprese, per lo più medio-grandi, attive in settori come elettronica, telecomunicazioni e informatica.

Sono alcuni degli spunti di riflessione che emergono dall’edizione del 2018 del Rapporto Istat sulla Competitività dei settori produttivi. Ma se la digitalizzazione segna ancora il passo, migliora la ‘connessione’: dal 2012 al 2017 la banda ultralarga è passata dal 10 al 24% delle imprese, anche se con un divario che si è ampliato tra Pmi e grandi aziende.

“In Italia si investe ancora poco nel capitale umano – ha affermato il presidente dell’Istat Giorgio Alleva -. Il personale dipendente in media ha completato solo la scuola dell’obbligo. Ciò incide anche sulla competitività delle imprese”. “Occorre puntare sulla consapevolezza degli imprenditori”, ha così segnalato, per sollecitare sia investimenti in ricerca e sia in formazione.

“L’investimento nella trasformazione digitale assume rilevanza importante – ha spiegato più in generale del Rapporto 2018 -, tuttavia il sistema economico appare ancora permeabile rispetto a questa consapevolezza. Abbiamo un 3% delle imprese, circa 5.000, compiutamente digitalizzate e quindi con un investimento importante e anche un sostegno del capitale umano e del capitale materiale. Abbiamo poi un 30% delle imprese che hanno compreso l’importanza della trasformazione, ma che hanno dei vincoli proprio nella dotazione di capitali materiale e umano, e una parte delle imprese importante, oltre il 60% piuttosto indifferenti rispetto a questa strategia”.

Il punto è allora che “bisogna lavorare per rimuovere i vincoli a questi investimenti”. Gli investimenti mostrano comunque una dinamica più sostenuta nel periodo 2016-2018 rispetto al biennio precedente. Salgono poi gli innovatori: il 48,7% delle aziende italiane di industria e servizi di mercato con almeno dieci addetti, poi, ha svolto attività innovative, per il 30% sono definibili innovatori “forti” (in prodotti e processi), e per un 25% innovatori di prodotto.

Il rapporto dell’Istat traccia poi un primo bilancio sul Piano Nazionale Impresa 4.0: per il 62,1% delle imprese manifatturiere il super ammortamento ha svolto un ruolo “molto” o “abbastanza” rilevante nel 2017 nella decisione di investire, l’iper ammortamento per il 47,6% (53% nelle medie imprese, 57,6% delle grandi). Il credito d’imposta per spese in ricerca e sviluppo è stato rilevante dal 40,8% delle imprese.

(di Sabina Rosset/ANSA)

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