Influenza: stagione più intensa negli ultimi 15 anni, otto milioni di casi

Un termometro per misurare la febbre in primo piano, un bambino a letto in secondo piano.
Un termometro per misurare la febbre in primo piano, un bambino a letto in secondo piano.

ROMA. – Con 8,1 milioni di italiani messi a letto è terminata l’epidemia di influenza del 2017-2018, che si è rivelata contro le previsioni degli esperti come la stagione più intensa degli ultimi 15 anni. Ancor più di quella del 2004-2005, considerata finora come una delle peggiori.

A fare il punto sono gli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Un andamento “quasi inaspettato”, rileva l’epidemiologo Gianni Rezza. Secondo i dati offerti da Antonino Bella, del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss e curatore del bollettino Influnet, nella stagione 2004-2005 ci furono 6,3 milioni di casi con un’incidenza di 14,6 casi ogni mille assistiti al momento del picco, mentre nella stagione pandemica 2009-2010 i casi complessivi furono 5,5 milioni e 12,9 al picco.

Quest’anno i casi sono stati 8,1 milioni e 14,7 per mille assistiti al momento del picco, raggiunto a metà gennaio. Rispetto all’anno scorso sono 3 milioni in più le persone colpite. “Quando si guarda una stagione influenzale bisogna considerare vari aspetti – evidenzia Bella – A volta può avere un picco molto alto, ma pochi casi complessivamente, o al contrario un picco più basso ma una durata maggiore, quindi più casi”.

Quest’anno non solo “c’è stato il picco più alto di tutte le ultime stagioni – continua Bella – ma abbiamo avuto anche una stagione lunga. Finora sono 8,1 milioni i casi segnalati e la nostra sorveglianza deve ancora terminare”, anche se il periodo epidemico è finito. A dominare è stato “il ceppo B del virus influenzale, non coperto dal vaccino trivalente ma da quello quadrivalente. Di solito provoca epidemie contenute e si concentra sui bambini – aggiunge Rezza – e invece quest’anno non ha risparmiato neanche adulti e anziani, facendo aumentare il numero dei casi”.

Accanto a questo ha circolato anche il virus pandemico AH1N1, “che dà problemi soprattutto quando colpisce gli anziani”, aggiunge Rezza. Tuttavia, nonostante l’alto numero di persone colpite, non è stata una “stagione di particolare gravità per quanto riguarda i casi gravi e i morti”.

Secondo il bollettino Flunews sono stati 681 i casi gravi ricoverati in terapia intensiva, di cui 139 letali. Di questi 14 hanno riguardato donne incinte, 2 delle quali morte, e 11 i bambini sotto i 14 anni. I livelli della mortalità negli ultra 65enni sono stati invece sotto l’atteso. “Ci sono stati tanti casi gravi, perchè tanti sono stati i casi di influenza – conclude Rezza – ma la virulenza è stata contenuta”.

La buona notizia è per quest’anno l’influenza è ormai alle spalle. Nella settimana dal 12 al 18 marzo sono stati 154mila i casi segnalati dai medici sentinella, con un’incidenza di 2,54 casi per mille assistiti del 2018. Ciò significa che l’attività dei virus influenzali è tornata ai livelli di base. Anche in quest’ultima settimana i più colpiti sono stati i bambini sotto i cinque anni con 6,7 casi per mille assistiti, seguiti da quelli tra i 5 e 14 anni con 3,1 casi. Nei giovani adulti l’incidenza è scesa a 2,5 casi per mille assistiti e a 1,2 negli anziani dai 65 anni in su.

(di Adele Lapertosa/ANSA)