Cei: “Il Parlamento trovi una maggioranza per il bene dell’Italia”

ROMA. – Una maggioranza per il bene dell’Italia: i vescovi italiani si appellano al Parlamento affinché mettano da parte le “ambizioni politiche” e si rimbocchino invece le maniche per dare una risposta ai “bisogni fondamentali della gente, a partire da quanti sono più in difficoltà”. E allora in questo “Paese da ricucire”, dove permane “un inverno non solo meteorologico”, fatto di paure e violenza, occorre far ripartire il “dialogo sociale”; non “per tattica di convenienza” ma “per convinzione morale”.

E’ il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, a lanciare a nome dei vescovi, riuniti in questi giorni nel Consiglio Episcopale Permanente, un appello alla responsabilità. Niente “scorciatoie” né accordi “di volta in volta”, è l’auspicio della Chiesa italiana sul difficile dopo-voto.

I vescovi lanciano poi una esplicita critica alla politica tradizionale, ormai “inadeguata”, che ha lasciato spazio ad una nuova forma di partecipazione dal basso “anche se – avverte il vescovo di Perugia – non è ancora prova di autentica partecipazione democratica”.

“I partiti oggi – ha sottolineato Bassetti – hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di governare e orientare la società. Per questo il Parlamento deve esprimere una maggioranza” e “governare fin dove si può” nell’interesse del “bene comune”.

“Non ci sono facili soluzioni” e “la via non può risolversi nella scorciatoia di promesse di beni materiali da assicurare a tutti né dalla ricerca di volta in volta di un accordo sul singolo problema”. E poi ha evidenziato che c’è una “disaffezione profonda e diffusa che investe l’inadeguatezza della politica tradizionale”.

C’è preoccupazione nella Chiesa per l’attuale incertezza del quadro politico, ma “non penso che ci sia qualcuno che non sia preoccupato”, commenta il segretario generale Cei, monsignor Nunzio Galantino. E lo stesso vescovo ribadisce che la Chiesa non può rinunciare alla sua politica di accoglienza sui migranti: “Hanno scritto che Galantino è stato sconfitto, ma io non ero candidato”.

Anche se ammette uno scollamento con la gente: l’esito del voto “è segno che non riusciamo a far passare l’idea che un povero Cristo che ha bisogno, a prescindere dal colore della pelle, non può trovare una Chiesa con il cuore chiuso”. In ogni caso l’accoglienza ai migranti “è nel Vangelo, non è un programma politico”.

Sullo scarso successo delle piccole liste cattoliche commenta: “Che i cattolici siano spariti come associazionismo organizzato non è una novità. Ma non spetta a noi vescovi riorganizzare i laici rispetto a questo impegno” nella politica.

(di Manuela Tulli/ANSA)