Attivista brasiliana uccisa da proiettili della polizia

L'attivista brasiliana Marielle Franco
L'attivista brasiliana Marielle Franco (nella foto)

SAN PAOLO. – Il popolo brasiliano ha deciso, senza attendere la chiusura dell’inchiesta: Marielle Franco è una martire della guerra contro la violenza e l’odio che pervadono la società brasiliana e colpiscono i più deboli e gli emarginati, quelli che lei difendeva con impegno e passione.

La mano che ha materialmente aperto il fuoco contro la giovane consigliera comunale di sinistra, assassinata brutalmente in quello che sembra emergere sempre più chiaramente dalle indagini come un agguato premeditato, non è stata ancora individuata ma le indagini puntano il dito contro la polizia militare, la stessa che la vittima aveva definito sul suo profilo twitter prima di essere uccisa “battaglioni della morte, che uccidono i nostri giovani neri nelle favelas”.

I 13 bossoli calibro 9 trovati sul luogo dell’agguato apparterrebbero, secondo una fonte delle polizia di Rio citata da una tv locale, ad un lotto di munizioni venduto dall’azienda brasiliana Cbc alla polizia federale di Brasilia nel 2006. I vertici della polizia militare hanno immediatamente annunciato l’apertura di un’inchiesta interna per stabilire la provenienza delle munizioni e hanno offerto la massima collaborazione alla polizia di Rio, responsabile delle indagini.

Il presunto coinvolgimento di agenti della polizia militare nell’esecuzione di Marielle Franco getta un’ombra ancora più inquietante sull’omicidio e riapre la vecchia ferita della guerra non dichiarata in atto tra milizie paramilitari e bande di narcotrafficanti, che miete centinaia di vittime ogni anno. Molto spesso anche tra gli incolpevoli abitanti delle favelas, come denunciano numerose Ong brasiliane e internazionali.

E come denunciava anche la stessa Franco, una coraggiosa donna nera di 38 anni, cresciuta nel Complexo da Mare’, una enorme favela che comprende 16 baraccopoli, ragazza madre, omosessuale dichiarata, che dopo gli studi nelle scuole cattoliche e la laurea in sociologia era stata eletta come quinta consigliera comunale più votata a Rio in virtù delle sue battaglie in favore dei diritti umani e contro la brutale violenza della polizia nelle favelas.

Il mese scorso, quando il presidente brasiliano Michel Temer ha annunciato la militarizzazione dei corpi di polizia di Rio de Janeiro per contrastare la dilagante criminalità, Marielle Franco si era dichiarata contraria ad un intervento militare repressivo. Per contrastare la violenza – sosteneva nei suoi comizi – il governo dovrebbe portare più servizi e istruzione nelle baraccopoli e lottare contro le diseguaglianze che lacerano il tessuto sociale del più vasto Paese latinoamericano.

Il brutale omicidio di Marielle ha scosso profondamente il Brasile ed ha compattato per una volta tutte le classi sociali nel dolore, nella rabbia e nella tristezza per la morte di quello che è già diventato un simbolo della difesa dei diritti delle donne, dei neri, degli omosessuali e dei poveri delle favelas, come era lei stessa.

Lo hanno gridato migliaia di brasiliani che sono scesi in strada nelle principali città del Paese, hanno inondato di messaggi i social network come il cantante Caetano Veloso, che le ha dedicato la canzone ‘Sono triste’, o hanno partecipato ai funerali dell’attivista e del suo sfortunato amico Anderson Gomes, che lavorava come autista per Uber e saltuariamente l’accompagnava nei suoi spostamenti.

“E’ una mattanza di poveri, una mattanza di neri, una mattanza di chi lotta”, ha tuonato padre Geraldo Natalino durante l’omelia funebre. Il ministro per la Sicurezza pubblica, Raul Jungmann, si è impegnato personalmente nella ricerca degli assassini. “Li prenderemo e faremo giustizia, a qualunque costo”, ha detto.

L’ex presidente Lula, che conosce bene le favelas ed ha reso omaggio a Marielle Franco definendola “politica coraggiosa”, era stato il primo, a caldo, a puntare il dito contro la polizia: “Se gli assassini sono della polizia, sarà più facile scoprirli”, aveva detto ieri.

(di Marco Brancaccia/ANSA)