Gdf sequestra marchio, ora Borsalino si può vendere

Jean Paul Belmondo e Alain Delon Borsalino in una foto di scena del film "Borsalino" , 1970 ANSA/Collection Christophel

TORINO. – Il mito Borsalino può rinascere. Per la storica azienda alessandrina di cappelli, entrata in crisi diversi anni fa e dichiarata fallita a fine 2017, il futuro non è più così buio come sembrava. Una boccata d’ossigeno per gli oltre 120 dipendenti e per la città che in questi mesi non l’ha mai lasciata sola, dai politici ai calciatori. La Guardia di Finanza, su richiesta della Procura della Repubblica di Alessandria, ha sequestrato il marchio, venduto dal Mediocredito alla Haeres Equita, società dell’imprenditore svizzero Philippe Camperio, che ha in affitto la Borsalino.

La vendita del marchio era stata duramente censurata dal Tribunale, e per questo era finita sotto la lente della stessa Procura, che alcune settimane fa, in base alla relazione dei curatori fallimentari, Stefano Ambrosini e Paola Barisone, ha chiesto al Giudice delle Indagini Preliminari il sequestro del marchio.

Una svolta di non poco conto perché il brand, noto in tutto il mondo e quindi di grandissimo valore, è considerato un elemento imprescindibile da chi ha manifestato interesse ad acquistare l’azienda. Sono numerosi i gruppi, anche stranieri, che si sono fatti avanti. Qualcuno sarebbe interessato a effettuare cospicui investimenti e a rilanciare il marchio anche al di là del settore dei cappelli.

I tempi non sono immediati, saranno necessari alcuni mesi. Bisogna aspettare infatti la conclusione della vicenda giudiziaria e molto dipenderà dall’atteggiamento di Haeres, il cui contratto d’affitto scade a giugno. Poi sarà fatto il bando di gara.

La Borsalino, nata come piccolo laboratorio di cappelli nel 1857 e diventata famosa in tutto il mondo, è un’azienda simbolo del made in Italy e di un savoir faire industriale e artigianale quasi unico se si pensa che per creare un Borsalino servono 52 passaggi e sette settimane di lavorazione.

E ha un legame stretto con le star di Hollìywood. Lo indossa Jean-Paul Belmondo nel capolavoro ‘Fino all’ultimo respiro’, Marcello Mastroianni in ‘8 e 1/2’ e Tony Servillo nel film ‘La grande bellezza’. Un’immagine resta scolpita su tutte: Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, entrambi con un Borsalino in testa, nella scena dell’addio finale di Casablanca.

(di Amalia Angotti/ANSA)