Xi presidente a vita, la Cina cambia la Costituzione

Il Presidente cinese Xi Jinping. Cina
Il Presidente cinese Xi Jinping. EPA/CHRIS RATCLIFFE / POOL

PECHINO. – Xi Jinping potrà tenere la carica di presidente della Repubblica popolare cinese fino a quando lo vorrà, indossando i panni del Mao Zedong del Ventunesimo secolo. Il Congresso nazionale del popolo, la plenaria annuale del parlamento cinese, si appresta a emendare la Costituzione nella riunione di marzo rimuovendo il limite massimo attuale dei due mandati inserito nel 1982 per presidente e vice su volontà del Comitato centrale del Pcc.

Dopo aver accumulato dal 2012 una dozzina di cariche di peso politiche, economiche, militari e in materia di sicurezza come neanche fatto dal ‘Grande Timoniere’ (su tutti la segreteria generale del Partito comunista e il ruolo ridefinito di Commander-in-Chief dei militari con la guida della Commissione centrale di difesa), Xi può adesso completare il rafforzamento dei suoi poteri ‘imperiali’ con gli ultimi tasselli che andranno al loro posto nelle prossime settimane in linea con l’esito del 13esimo congresso del Pcc di ottobre.

Da domani a mercoledì si terrà un inconsueto terzo plenum del Comitato centrale in cui i 400 funzionari di vertice del Pcc selezioneranno i nomi chiave del governo e le cariche di autorità monetarie e finanziare, garantendo ad esempio la “transizione ordinata” alla Banca centrale con il governatore Zhou Xiaochuan dato in uscita nel mezzo dell’attuazione dell’ambiziosa riforma sulle Authority di vigilanza e regolamentazione.

Per Xi è l’occasione di blindare le posizioni con uomini di sua fiducia che riceveranno dopo pochi giorni il vaglio sia pure formale del parlamento, i cui lavori avranno inizio il 5 marzo. Liu He, il più fidato consigliere economico, è indicato ad esempio come vice premier plenipotenziario sfilando parte dei poteri del premier Li Keqiang, o l’ex zar dell’anticorruzione in pensione Wang Qishan come vice presidente. Lo stesso Xi vedrà il mandato presidenziale rinnovato fino al 2023 quando di anni ne avrà 69, finora idonei al ritiro dalla vita pubblica.

Oltre al nodo mandati, l’agenzia Nuova Cina ha dato conto del pacchetto di emendamenti definiti da apportare alla Carta fondamentale per la prima volta dopo più di due lustri: oltre all’iscrizione del ‘Pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era’ replicando quanto fatto a ottobre con la Costituzione del Pcc, il Comitato centrale ha suggerito di inserire il riferimento sulla “costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità” (teoria cara a Xi), di aggiungere “i valori centrali del socialismo” e la definizione del ruolo primario del Partito: “La leadership del Pcc definisce la peculiarità del socialismo con caratteristiche cinesi”.

Tra gli altri emendamenti, il “giuramento di lealtà” in base alla quale tutti i funzionari statali devono esprimere fedeltà alla Costituzione al momento della presa delle funzioni. In quest’ottica, la Commissione di supervisione, anticorruzione statale, si appresta a diventare un organo primario dello Stato previsto dalla Costituzione, altro passo della lotta alla corruzione di “tigri e mosche” che minacciano il Partito.

La rimozione del limite ai mandati presidenziali può essere motivata dalla visione di lungo respiro al 2050 illustrata da Xi per il raggiungimento di una “prospera e moderna società” con un complesso processo di riforme. La stessa mancata designazione di un successore nel Comitato permanente del Politburo, come da prassi, rappresenta un’altra indicazione dei piani ‘imperiali’ di Xi.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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