Nuove proposte della Cgil per gli italiani all’estero

Un momento della manifestazione nazionale per pensioni e lavoro organizzata dalla CGIL
Un momento della manifestazione nazionale per pensioni e lavoro organizzata dalla CGIL a Torino. ANSA / ALESSANDRO DI MARCO

CARACAS – La Cgil si rivolge agli italiani all’estero con un documento condiviso dalla Fiei, con mira alle elezioni del 4 marzo.

Dovuto anche alla “nuova emigrazione” degli ultimi anni, la presenza italiana all’estero é aumentata da 3,6 a 5 milioni con circa 300mila espatri l’anno, dei quali non solo sono i giovani ma anche famiglie con figli.

Quindi c’é bisogno di nuovi interventi, di nuove attenzioni e riflettere sulle differenti necessità dei flussi migratori che sono in costante cambiamento.

In sintesi le proposte portate dal sindacato riguardano un miglioramento della rete consolare e rappresentanza italiana, aumentando anche le risorse per l’insegnamento della lingua italiana.

Il documento propone un piano per le elezioni politiche del 4 marzo 2018 che prevede:

La realizzazione di un nuovo convegno mondiale, che é indispensabile dall’ultimo realizzata nel 2000 visto l’avvento della nuova emigrazione.

Aumentare le risorse a disposizione per la migrazione, visto il forte aumento della nuova emigrazione, che al momento sono inadeguate rispetto a 10 anni fa.

Potenziamento della rete consolare e rappresentanza italiana che é stata indebolita dai tagli di bilancio, pregiudicando il funzionamento dei Comites e delle Cgie. Sottovalutando il ruolo delle nostre collettività all’estero e la loro importanza sotto il punto di vista professionale, turistico, culturale, imprenditoriale e di cooperazione tra l’Italia e i paesi di accoglimento.

Con l’aumento e le caratteristiche differenti della nuova migrazione italiana, è necessario una maggior collaborazione tra il Ministero degli Esteri Cooperazione internazionale, Patronati e associazionismo.

È importante che ci sia anche una maggiore sincronizzazione, che gli impegni presi si trasformino in programmi concreti da tutti rappresentanti tanto politici che delle associazioni all’estero. È importante una nuova politica per l’emigrazione tenendo in conto che uno dei maggiori motivi della nuova migrazione sono stati causati dalla mancanza di lavoro, causata da scelte di politiche economiche sbagliate.

Apertura di centri di informazione e orientamento per questi nuovi flussi migratori nei vari Paesi di destinazione. Formare programmi con le varie Associazioni e Patronati che possano assistere ed orientare i nuovi emigranti.

L’importanza della lingua e cultura, l’insegnamento della lingua italiana per i giovani all’estero e che possano così avere l’opportunità di valorizzarla. Molto importante è inoltre, riattivare il programma di formazione professionale per l’italiani nei paesi extraeuropei e cosí valorare la cooperazione economica culturale con altre nazioni.

Sostenere le associazioni che sono elementi basilari e fondamentali delle collettività di emigranti che aiutano a formare reti di solidarietà e lavoro in comune.

La riforma dei Comites e delle Cgie che sono le rappresentanze delle comunità emigrate e le rappresentano in parlamento con i differenti partiti.

Migliorare la qualità del servizio d’informazione radiotelevisivo, della stampa e via web e valorizzare per mezzo di esse l’immagine del nostro Paese all’estero.

Tutelare i nostri pensionati all’estero: assegno sociale per coloro in difficoltà economiche; in caso di rimpatrio accesso all’assegno sociale senza l’obbligo dei 10 anni di residenza continua, migliorare la burocrazia (relazione tra Inps e banca erogatrice) la Certificazione Esistenza in Vita, mantenere il valore della pensione all’estero specialmente in paesi come Venezuela e Argentina dove la tassa di cambio riduce drasticamente il valore reale. Revisione dell’Imu e sanatoria degli indebiti pensionistici accumulati senza dolo ma per errore di calcolo dell’Inps.

Revisioni delle Convenzioni internazionali; l’Italia è un Paese bilaterale tanto di emigrazione che immigrazione, quindi è necessario rivedere specialmente le convenzione che hanno un’antichità di perfino decine d’anni e devono essere modificate secondo i cambiamenti che richiedono i nuovi flussi migratori.

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