Dialogo, senza garanzie non si va avanti

Il dialogo tra governo ed opposizione doveva continuare in Dominicana ma le parti non si sono presentate. Comunque il ministero degli Esteri di Repubblica Dominicana ha assicurato che continueranno le conversazioni.
Il dialogo tra governo ed opposizione doveva continuare in Dominicana ma le parti non si sono presentate. Comunque il ministero degli Esteri di Repubblica Dominicana ha assicurato che continueranno le conversazioni.

Caracas.- Era tutto pronto a Santo Domingo per ricevere le delegazioni venezuelane che avrebbero dovuto continuare le discussioni per un negoziato. Come aveva informato il presidente Medina, le parti dovevano fare dei consulti su alcuni punti importanti a Caracas per continuare l’incontro in Dominicana. Ma nessuno si è presentato. L’opposizione venezuelana, ha fatto sapere che senza garanzie elettorali, è inutile andare avanti in un dialogo di sordi. Anche così, il ministero degli Esteri di Repubblica Dominicana, con un comunicato, ha assicurato che il dialogo tra le due parti proseguirá.

I rappresentanti dell’Unità Democratica affermano che il governo insiste sulla strada delle presidenziali entro la fine di aprile. Inoltre, non vuole accettare l’osservazione internazionale presieduta da membri dell’ONU.

“Perciò, se continua così, non c’è senso di andare avanti con il dialogo” ha detto un portavoce dell’opposizione.

Intanto Jorge Rodríguez, capo della delegazione governativa riafferma che tutto era pronto per la firma di un accordo, e non si spiega “perché l’opposizione si sia tirata indietro a ultimo minuto.” Ha persino dichiarato che si era accordato la presenza di una delegazione internazionale “ampia.”

Le richieste dell’opposizione

Nonostante le dichiarazioni governative, le presidenziali venezuelane sono sotto questionamento anche da parte di organismi internazionali. Quindi, la pressione per arrivare a dei comizi trasparenti non è soltanto interna, e per ottenere “trasparenza” ci vogliono garanzie.

Jorge Rodríguez, capo della delegazione governativa, aveva affermato che tutto era pronto per la firma di un accordo
Jorge Rodríguez, capo della delegazione governativa, aveva affermato che tutto era pronto per la firma di un accordo

L’opposizione aveva chiesto un nuovo CNE composto da due rappresentanti del governo, due per l’opposizione e un indipendente. Un registro elettorale aggiornato, che includesse i venezuelani all’estero (prassi contemplata nella legge elettorale ma non eseguita). Inoltre, si chiedeva un auditing completo dei risultati e del processo, il controllo del finanziamento pubblico per la campagna elettorale e la libertà di diffusione per il settore privato della stampa.

Insomma, semplicemente seguire leggi elettorali che spesso si sono infrante. L’opposizione chiedeva anche di terminare l’inabilitazione politica e amministrativa imposta ai politici dell’opposizione che avessero voluto candidarsi. Ma non c’è stato accordo e perciò il dialogo si è interrotto.

Processo di dialogo a un punto morto?

L’assessore legale del Tavolo dell’Unità Democratica, Juan Manuel Rafalli, ha dichiarato che il dialogo si è bloccato perché il governo insiste di andare a elezioni prima del 29 di aprile. E andare a elezioni senza le dovute garanzie è, stando alle parole di Raffalli, “una pazzia.”

“Non c’è alcun accordo perché le proposte del governo non si adeguano né agli standard internazionali né alle leggi venezuelane che regolano i processi elettorali” ha affermato l’avvocato.

Ma intanto Maduro ribadisce che le elezioni saranno fatte con o senza opposizione e che presto il CNE annuncerà la data.

Il CNE sta preparando la strada

Il CNE, dal canto suo, si trova in sessione permanente e una decisione riguardo le presidenziali non l’ha ancora presa. Tania D’Amelio, rettore principale del CNE, ha informato che “stanno valutando tutti gli scenari e, a discussione conclusa avrebbero annunciato il calendario elettorale.

Intanto, Luis Lander, membro del direttorio dell’Osservatorio Elettorale Venezuelano, crede che il tempo che sta prendendo il CNE per annunciare la data delle elezioni è dovuto al fatto che aspetta risultati dal dialogo in Dominicana. Perché, secondo Lander, “se avessero raggiunto qualche accordo, il processo elettorale – che è messo in discussione dentro e fuori dal paese – sarebbe stato legittimato in qualche modo.”

Inoltre, Lander sostiene l’inaffidabilità di inidre elezioni senza seguire i tempi disposti dalla legge elettorale. “E un processo complicato che ha bisogno di tempo per essere eseguito bene e, in più, non è ancora chiaro chi si candiderà.” (Per l’opposizione perché Maduro ha già annunciato la sua candidatura).