Veroli, la storia tra le mura

Veroli
Una panoramica di Veroli

VEROLI, LA STORIA TRA LE MURA

Il piccolo borgo lontano dalla metropoli racconta ogni pezzo della storia del Paese.

A pochi chilometri, lo spettacolo della storica Abbazia di Casamari, caposaldo stilistico delle forme gotico-cistercense in Italia

La storia di un paese si sente tra le sue mura, e Veroli è la dimostrazione che le origini restano nel tessuto urbano e nell’atmosfera delle sue leggende.

Città Ernica, cinta da mura ciclopiche di cui ancora possiamo vedere alcuni resti, ha visto poi un ulteriore sviluppo nel medioevo, per poi vivere lo splendore del romanico nel 1700.

Così, oggi, sul sasso, la dimora degli antichi popoli Ernici, troviamo i famosissimi Fasti Verulani, un frammento del calendario romano del I sec. d.C., innestato in un ambiente medievale tra i più interessanti della cittadina: il cortile di casa Reali.

E ovviamente non mancano le testimonianze religiose, tra cui la Basilica di Sant’Erasmo e, a pochi chilometri, lo spettacolo della storica Abbazia di Casamari, caposaldo stilistico delle forme gotico-cistercense in Italia, famosa anche per i prodotti unici che i monaci ancora vi producono grazie alle erbe che vi coltivano.

Veroli resta quindi una città che, lontana dal frastuono delle grandi metropoli, racconta la sua storia, che si legge negli occhi dei suoi abitanti, tranquilli ma fieri di sapere di aver messo un tassello in ogni parte della storia d’Italia.

 

DORMIRE NELLA STORIA: L’HOTEL RELAIS FILONARDI

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In un posto così ricco di storia, dormire in un hotel qualsiasi lascia molto a desiderare. Così, dalla lussuosa residenza del cardinale Ennio Filonardi, vescovo di Veroli nel 1503, nasce l’Hotel Relais Filonardi.

L’edificio, da 1600 monastero e Istituto, è stato aperto al pubblico nel 2000 e, grazie alla visione dei proprietari, trasformato in un alloggio da sogno.

Il recente restauro ha riportato alla luce dei suoi ambienti comuni impreziositi da ampi soffitti a volte, decori e stucchi d’alto pregio.

Potrete dormire in un letto a baldacchino con una stupenda terrazza, pranzare e cenare in un vero e proprio salone delle feste con una cappella storica aperta alle visite e alle cerimonie.

 

IL VIAGGIO DELLA CIAMBELLA DI VEROLI

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In Italia, si sa, il cibo non è solo cibo, ma identità e storia. E non c’è esempio più lampante di questo del pane di Veroli, e nello specifico della sua ciambella. La ricetta è semplicissima: Farina, Acqua, Sale, Lievito di birra e Semi di anice. L’impasto si intreccia e poi si lascia bollire in acqua giusto il tempo di risalire a galla, per poi cuocerlo nel forno.

Ottima profumata, la ciambella parte ancora oggi in ceste di vimini, coperta da un panno, per essere venduta nei mercati o agli angoli delle strade. È difficile procurarsela nel pomeriggio, perché gli ambulanti e i negozietti la terminano intorno a mezzogiorno. La ciambella parte da Veroli e arriva fino al mare, per ripetere in ogni borgo il rituale mattutino che vede le persone intente alle loro faccende che sgranocchiano il pane profumato, che raramente arriva a casa intero!

 

STRUTTURA RICETTIVA

Anche il cibo non vi lascerà delusi, grazie allo chef Mario Quattrociocchi, uno dei maggiori talenti della gastronomia provinciale, allievo di maestri del calibro di Fabio Tacchella e Gualtiero Marchesi, nonché membro della Nazionale Italiana Cuochi con la quale ha concorso in eventi di livello internazionale. I suoi piatti sono un viaggio tra i sapori raffinati della cucina mediterranea con quel tocco locale che fa la differenza.

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