Banche, relazione commissione approvata a maggioranza

(S-D) Alessio Villarosa, Carlo Sibilia e Pier Ferdinando Casini durante la prima convocazione della Commissione parlamentare bicamerale d'inchiesta sulle banche, Roma, 27 settembre 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – La relazione finale della Commissione d’inchiesta sulle banche, presentata dal vice presidente Marino, è passata con 19 voti favorevoli (Pd e centristi). I contrari sono stati 15, sei gli assenti.

Quella approvata dalla Commissione di Inchiesta sulle banche è una relazione “seria, decisa e allo stesso tempo equilibrata, non elettorale che risponde agli obiettivi istituzionali che la commissione aveva nel suo oggetto istitutivo”. E’ quanto ha detto il presidente della stessa bicamerale di inchiesta, Pierferdinando Casini, sottolineando che “considerando la ristrettezza dei tempi a me sembra un mezzo miracolo”.

“Nello scenario che ha caratterizzato l’ultimo decennio, l’esercizio dell’attività di vigilanza non si è dimostrato del tutto efficace”. Lo si legge nella relazione di maggioranza illustrata dal vice presidente Mario Maria Marino e che la commissione di inchiesta sulle banche dovrà votare. “La Commissione è giunta a ritenere che in tutti i 7 casi” di crisi bancarie oggetto di indagine “le attività di vigilanza sia sul sistema bancario (Banca d’Italia) che sui mercati finanziari (Consob) si siano rivelate inefficaci ai fini della tutela del risparmio”, si legge.

“La disamina e l’approfondimento di alcuni eventi che hanno contraddistinto l’azione della vigilanza – nella specie di Banca d’Italia e Consob – ha fatto emergere, nell’ambito dell’inchiesta – si legge ancora – oggettive debolezze nella collaborazione e nello scambio reciproco di informazioni rilevanti tra i due organismi”.

La Consob – dice ancora la relazione – dotata di “maggiori poteri” ispettivi rispetto alla Banca d’Italia, “non pare averli utilizzati adeguatamente (avendoli attivati in due sole occasioni) né aver, di fatto, conseguito risultati significativi”. “In effetti – si legge -, sulla base di quanto emerso dai lavori della Commissione, gli interventi attuati dalla Consob non hanno portato all’individuazione tempestiva di quelle criticità che solo l’Autorità Giudiziaria ha poi accertato, quando ormai i fatti contestati si erano da tempo consumati”.

“Appare opportuno valutare la previsione di allargare a Banca d’Italia i poteri investigativi già riconosciuti a Consob dal Tuf e quindi, tra l’altro, il potere di utilizzare la polizia giudiziaria per effettuare accessi, ispezioni e perquisizioni”. Lo si legge nella relazione di maggioranza che indica anche la necessità di “garantire costanti ed efficaci scambi di informazioni tra le Autorità di vigilanza nazionali”, visto che la collaborazione tra Bankitalia e Consob “è stata carente e pertanto è necessario rafforzarla”.

Non c’è accordo su una relazione unitaria della commissione d’inchiesta sulle banche. E’ quanto è emerso al termine dell’ufficio di presidenza.

“Siamo orientati a non votare” la relazione della commissione d’inchiesta sulle banche: è quanto ha detto Carlo Sibilia del M5S entrando alla riunione dell’ufficio di presidenza della commissione stessa.

“Non ci sono responsabilità” nel documento, ha spiegato Sibilia, precisando che le risposte sono diluite, “non ci sono ristori per i risparmiatori, non possiamo accettare che dopo due mesi intensi di lavori questa sia la conclusione”. Secondo l’esponente Cinquestelle “mi sembra sia stata barattata la stabilità del sistema, ci mettiamo la polvere sotto il tappeto e ci rivediamo dopo le elezioni”.

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