Scoperto il Dna della cultura, “acceso” dall’educazione

 

ROMA. – Dopo secoli di dibattito sul rapporto fra natura e cultura, arriva la prima prova che anche la cultura ha un suo Dna. E’ un corredo genetico decisamente bizzarro, influenzato com’è da geni ‘silenziosi’, che nonostante non si ereditino direttamente dai genitori, possono influenzare aspetti molto diversi, dal rendimento scolastico alle condizioni di salute, fino all’età in cui si ha il primo figlio e al numero di sigarette fumate. Pubblicata sulla rivista Science, la scoperta si basa sull’analisi del Dna di oltre 21.000 Islandesi ed è stata coordinata da Augustine Kong, che lavora nelle università di Oxford e dell’Islanda e nell’azienda deCode Genetics.

“I genitori trasmettono ai figli solo il 50% del loro Dna, ma i ricercatori hanno voluto vedere che peso abbiano anche i geni che non vengono tramandati”, ha osservato il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’università Tor Vergata. Si è scoperto così che anche il 50% dei geni non ereditati si fa sentire in ciascun individuo “attraverso l’impatto che questi stessi geni hanno su genitori o fratelli”.

La ricerca è stata condotta su 21.637 persone nate tra il 1940 e il 1983, nelle quali è stato analizzato il legame fra il livello di istruzione e i geni non trasmessi dai genitori. E’ emerso che i geni non ereditati presenti nei padri hanno influenzato circa il 30% della preparazione scolastica dei figli, mentre quelli materni influiscono su salute e abitudini alimentari. Più in generale è chiaro che esiste un patrimonio genetico capace di influenzare gli individui senza un trasferimento diretto di geni.

Dopo secoli di dibattito nella quale natura e cultura sono stati considerati due mondi inconciliabili, i nuovi dati indicano che esiste una “cultura genetica”, nella quale i geni non trasmessi possono comunque influenzare le caratteristiche dei figli. “Dimostriamo – ha rilevato Kong – che geni e cultura spesso lavorano mano nella mano e che la cultura ha una base genetica”. Poiché per una frazione sostanziale della durata della vita l’essere umano dipende quasi completamente dai genitori per la sopravvivenza, “non dovrebbe essere una sorpresa che i geni si siano evoluti per esercitare un’influenza attraverso la cultura”, ha aggiunto.

“Siamo soliti attribuire le caratteristiche di un individuo al suo corredo genetico, ereditato dai genitori”, ha detto Valter Tucci, esperto di genetica del comportamento dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit). Il risultato di questa ricerca, invece, è un esempio di come anche “l’ambiente, per esempio quello familiare, possa influenzare alcuni tratti di un individuo” e come i meccanismi genetici e ambientali siano strettamente intrecciati. Sono numerose, quindi, le implicazioni su educazione, istruzione e salute.

Grazie a questi risultati d’ora in poi si potrebbe guardare in modo nuovo ad alcuni problemi sociali, come quelli relativi al rendimento scolastico, o alcune malattie. Per Tucci, per esempio, potrebbero “aiutare a prevedere il livello di successo di un individuo”, e per Novelli si potrebbero “studiare in modo nuovo disturbi come antisocialità e schizofrenia”.

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