L’interior design incontra il cycling e la bici entra in casa

 

ROMA. – Oggi non sono solo un simbolo di mobilità sostenibile o passione sportiva: le biciclette ricercate sono oggetti di design da godere persino quando non si è in sella, esposti come opere d’arte a casa o in ufficio. C’è tutto, e in grande crescita, un settore di interior design dedicato al cycling: mobili portabici di alta gamma, realizzati con materiali pregiati ed eccellenza artigianale.

Si tratta di futuristiche cycling station in poliuretano rigido, dove riporre la bici. L’azienda milanese Vadolibero, fondata nel 2015 dalla giornalista Antonella Grua e dal fotografo Ran Reuveni, ne sta esportando nel mondo. C’è il bike Butler Origo, un prodotto di lusso: è un mobile autoportante che nonostante le misure compatte, comprende diversi scomparti organizzati per riporre la bici e tutta l’attrezzatura (scarpe incluse). Ce ne è persino una, Origo Vox, che è high-tech dotata di un potente impianto stereo bluetooth e di ricarica wireless sul ripiano superiore.

Il fiore all’occhiello della collezione si chiama domus ed è un vero e proprio complemento d’arredo che trasforma la bici in un’opera unica. Domus è infatti un organizer in legno di quercia con un dettaglio clou: l’asta appenditabiti – a forma di manubrio – è una lampada LED, con sensore touch. E quando cala la sera, illumina la bici come in una galleria d’arte.

La bici contagia l’architettura, il design, la moda, il lusso. E’ una fonte ispirativa oltre che un enorme mercato in espansione. Ci sono persino appartamenti nuovi, come CaSa for short, a Barcellona che prevedono negli arredi apposite stanze per le bici con mobili per riporli e accessori (una creazione Colombo and Serboli Architecture). E anche le stesse biciclette, appannaggio di marchi sportivi, sono ora diventate campo creativo dei designer.

A Copenaghen lo studio Norm Architects ha lanciato una sua linea di bici elettriche e manuali, fondando la Copenhagen Bike Company. A Londra stanno nascendo club e caffè per chi usa la bici, attrezzati dunque di rack e di ricambi, così tra una chiacchiera e un drink si fa anche manutenzione. Ad esempio a Soho il Rapha Cycle Club, realizzato dallo studio design Brinkworth

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