Occupati al top da 40 anni, migliora la situazione dei giovani

Lavoro: crescono gli occupati.

 

 

ROMA. – Numero di occupati al top dal 1977, tasso di disoccupazione in calo e aumento dell’occupazione giovanile: i dati Istat sul mercato del lavoro a novembre fotografano una situazione in miglioramento anche se crescono in modo sostenuto gli impieghi precari. Il tasso di disoccupazione cala all’11%, al livello più basso da settembre 2012, ma resta il peggiore in Europa dopo Grecia e Spagna.

I dati, insieme a quelli delle entrate tributarie che mostrano una lieve crescita a novembre con un boom dello split payment, piombano sulla campagna elettorale con interpretazioni diverse a seconda degli schieramenti. “Il numero di occupati ha raggiunto il livello più alto da 40 anni – ha detto il premier, Paolo Gentiloni, a proposito dello sforamento di quota 23,18 milioni, il dato più alto dall’inizio delle serie storiche – si può e si deve fare ancora meglio. Servono più che mai impegno e serietà, non certo una girandola di illusioni”.

“In campagna elettorale contano i risultati – ha detto l’ex premier Matteo Renzi – non le promesse. Ci sono 1.029.000 posti di lavoro in più dal febbraio 2014. Il JobsAct funziona”. Dello stesso parere è Confindustria, che chiede di non smontare le riforme.

Dal Movimento Cinque Stelle e da Liberi e Eguali, invece, si sottolinea la crescita del lavoro a termine rispetto a quello a tempo determinato: “il vero record è la precarietà” dice Pippo Civati. “A crescere sono ormai solo i posti di lavoro a termine”, evidenzia il portavoce M5s in Commissione Lavoro. Anche la leader Cgil, Susanna Camusso parla di precarizzazione del lavoro con un “ennesimo boom dei contratti a termine”.

A novembre l’occupazione è cresciuta di 65.000 unità su ottobre e di 345.000 sull’anno precedente. E’ aumentata soprattutto l’occupazione dipendente (+497.000) con un boom di quella a termine (+450.000) rispetto a quella a tempo indeterminato (+48.000) mentre sono diminuiti gli indipendenti (-152.000).

Il mercato quindi appare vivace anche se sembra esaurita con la riduzione degli incentivi la spinta all’assunzione a tempo indeterminato. Durante il 2018 peraltro andranno a scadenza gli incentivi contributivi dati per tre anni per le assunzioni a tempo indeterminato fatte nel 2015 e bisognerà capire quanti di questi rapporti di lavoro resisteranno alla fine dello “sconto”.

Si confermano le tendenze emerse negli ultimi anni sulla crescita dell’occupazione “anziana” soprattutto a causa del cambiamento demografico e della stretta sull’accesso alla pensione. Gli occupati over 50 sono ormai 8,3 milioni, 396.000 in più rispetto a novembre 2016 ma circa 2,8 milioni in più rispetto a novembre 2007.

La disoccupazione dei giovani fino ai 24 anni scende al 32,7%, ai minimi da gennaio 2012 e cresce l’occupazione, ma se si guarda all’insieme degli under 35 lavorano poco più di 5,1 milioni di persone a fronte degli oltre sette milioni che erano in questa fascia di età nel 2007.

Il tasso di occupazione, che tiene conto degli effetti demografici, sale al 58,4%, ma resta ancora di mezzo punto inferiore al top raggiunto nel 2008. Segnali positivi arrivano dalle donne che con un tasso di occupazione al 49,2% sono al livello più alto di sempre in Italia (ma ancora molto distanti dai livelli medi europei).

Nel complesso i disoccupati sono ancora oltre 2,85 milioni con un calo di di 243.000 unità su novembre 2016. Le persone in cerca di lavoro diminuiscono in tutte le fasce di età ad eccezione degli over 50 (+9,4%) dove sfiorano ormai quota 549.000.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA)

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