La Grecia vede la fine dei salvataggi, spread ai minimi

Alexis Tsipras, Primo ministro della Grecia.

 

Alexis Tsipras, Primo ministro della Grecia.

 

ROMA. – Ad otto anni dalla grande crisi che sconvolse il cuore dell’Europa, la Grecia potrebbe finalmente abbandonare la strada obbligata dei salvataggi internazionali e riaffacciarsi sui mercati in autonomia. I segnali in arrivo dal Paese, commissariato dalla Troika, sottoposto per anni a piani di tagli pesantissimi, obbligato a privatizzazioni straordinarie e messo socialmente a dura prova, cominciano ad essere incoraggianti.

Nel corso della settimana, nei primi giorni dell’anno di scambi sui mercati finanziari, lo spread tra i titoli pubblici nazionali e i decennali tedeschi è sceso a 336 punti base, il livello più basso dall’inizio del 2010, poco prima cioè dello scoppio della crisi che portò il Paese sull’orlo del baratro.

Dopo aver raggiunto nel 2012 un picco di 3.440 punti, il differenziale è oggi inferiore a quello del 23 aprile 2010, quando l’allora primo ministro George Papandreou annunciò la necessità di ricorrere al primo salvataggio. Allo stesso tempo, il tasso di rendimento è sceso al 3,882% avvicinandosi ai livelli del 2005 e soprattutto cominciando a colmare l’immenso gap che l’ha finora divisa dai partner Ue.

L’attuale piano di bailout messo a punto con l’Unione europea, il terzo, scade ad agosto e non è escluso che la Grecia possa da quel momento in poi cavarsela da sola ed abbandonare la strada finora obbligata dei salvataggi internazionali. Dopo una prolungata assenza, alcuni hedge fund hanno non a caso ritrovato interesse nel Paese, alla ricerca di nuovi possibili investimenti.

Secondo analisti di HSBC, facendo ricorso ad un programma di sorveglianza specifico e rafforzato, dopo agosto i titoli greci potrebbero diventare addirittura idonei a rientrare nel Quantitative easing della Bce, che li ha visti finora esclusi, perché potenzialmente troppo rischiosi.

La Grecia sta portando avanti i ‘compiti’ assegnatele dall’Europa. Dopo la vendita ai cinesi della China Cosco Holding di una quota di maggioranza del porto del Pireo, a dicembre ha ceduto anche il 67% del secondo porto nazionale, quello di Salonicco. Gli acquirenti sono stati questa volta il fondo di private equity tedesco Deutsche Invest Equity, Terminal Link e l’investitore russo di origini greche Ivan Savvidis.

Lo Stato ha incassato circa 232 milioni di euro ma, per rispettare gli impegni, entro il 2018 le privatizzazioni dovranno fruttare complessivamente 6 miliardi di euro. Sul piatto ci sono soprattutto le società pubbliche dell’energia: quelle del gas (Defsa e l’operatore di rete Depa), l’Hellenic Petroleum e la Public Power Corporation.