Da margherita a ulivo, è scontro su “revival” simboli

Veltroni e Prodi, uniti nell'ulivo
Veltroni e Prodi, uniti nell’ulivo

 

ROMA. – Nei simboli il ritorno dei “ruggenti” anni Novanta della Seconda Repubblica: tra margherita, ulivo e, scudo-crociato, la campagna elettorale delle liste minori che corrono in coalizione vede un revival di simboli che segnarono esperienze più o meno fortunate di una ventina di anni fa.

Un revival che, tuttavia, ha dato vita a incomprensioni, scontri, e minacce di diffida. L’ultimo caso è quello della lista “Civica Popolare” di Beatrice Lorenzin che annuncia di voler usare la margherita nel suo simbolo. Poco dopo, Lorenzo Dellai precisa di aver messo a disposizione il simbolo della Margherita Trentina che segnava il partito (di Trento e Provincia) “Civica Margherita”, fondato proprio da Dellai nel ’98. E che aveva un simbolo “graficamente e giuridicamente” diverso da quello de “Democrazia è Libertà – La Margherita” di Francesco Rutelli, sottolinea l’esponente di Des.

Ma lo somiglianza è tanta e ai garanti del simbolo de La Margherita non basta. “Vi diffidiamo dall’uso alle legislative”, avvertono. “Non abbiamo mai pensato di farlo”, replica Dellai, ribadendo la differenza tra la Margherita trentina e quella di Rutelli.

Simile il caso del ramo d’ulivo che compariva, inizialmente, nel simbolo di Insieme – lista che unisce Psi, prodiani e Verdi – e che, secondo i media, aveva innescato la dura reazione dell’Associazione che detiene il brand (e della quale, ovviamente, fa parte Romano Prodi). “E’ un problema tecnico”, aveva smorzato l’ex premier. Ma alla fine, Insieme ha optato per sostituire il ramoscello d’ulivo con delle foglie: “non vogliamo ingenerare confusione”, è stata la motivazione.

Nessuna diffida ma diverse incomprensioni ha generato invece lo scudo-crociato, pomo della discordia tra l’Udc e le forze della “quarta gamba” di Noi con l’Italia. Oggi, l’arrivo dell’intesa per un soggetto comune. E, c’è da giurarci, un riferimento al simbolo della “balena bianca” resterà.