Apple è la società quotata che vale di più al mondo

La "mela" di Apple proiettata sul grattacielo di vetro.
La "mela" di Apple proiettata sul grattacielo di vetro.


NEW YORK. – Apple è la società quotata che vale di più al mondo: vale più del pil della Turchia. E potrebbe essere la prima a valere più di 1.000 miliardi di dollari. Sui numeri stellari di Apple spunta però la ‘grana’ iPhone: Cupertino ammette di rallentare deliberatamente gli iPhone più vecchi con possibili problemi alla batteria in modo da evitare che si spengano all’improvviso.

Una precisazione che conferma quanto analisti e clienti temevano da tempo, ovvero che Apple rallentasse con gli iPhone più vecchi con l’aggiornamento dei software. E che alimenta i dubbi sul fatto che il rallentamento deciso da Apple sia per spingere i clienti a comprare nuovi iPhone.

Cupertino respinge la critica: gli aggiornamenti puntano ad allungare la vita dei cellulari ‘aiutando’ le batterie al litio che, degradandosi nel tempo, possono causare lo spegnimento repentino dell’iPhone. ”Il nostro obiettivo è quello di offrire ai consumatori l’esperienza migliore, inclusa la performance e il prolungamento della vita dei loro dispositivi” spiega Apple.

Ma la precisazione non basta a calmare le polemiche per scarsa trasparenza della società e sulla sua tattica per spingere i clienti a cambiare il loro cellulare più spesso per ovviare alla lentezza indotta. ”Visto che Apple ha ammesso di rallentare gli iPhone vecchi, io ammetto che non comprerà più un iPhone” afferma qualcuno su Twitter.

L’iPhone resta il motore di crescita di Apple, il dispositivo che l’ha aiutata a volare di record in record. L’ultimo nel novembre 2017 quando Cupertino ha sfondato quota 900 miliardi di dollari di capitalizzazione, confermandosi così la società quotata che vale di più al mondo. Numeri stellari che, però, uno studio dell’Università di Chicago ridimensiona soprattutto se si assume un’ottica di più lungo termine.

Cupertino domina la classifica delle società che valgono di più anche guardando ai dati corretti per l’inflazione: in questo caso però – spiega l’Università di Chicago – il suo margine di vantaggio rispetto agli altri big si ridimensiona in modo deciso.

Valutando Apple per quota che rappresenta sul mercato offre un ulteriore differente punto di vista:: ”anche se la sua capitalizzazione è più alta rispetto a cinque anni fa, le azioni di Apple rappresentavano una quota maggiore nel mercato azionario nel settembre 2012 rispetto a ora. Il mese scorso le azioni di Apple rappresentavano solo il 2,5% del mercato, nel settembre 2012 avevano raggiunto il 3,2%”.

Insomma, mette in evidenza il New York Times, ”vale la pena ricordare che altre società hanno giocato ruoli monumentali sui mercati azionari, fino a che i loro giorni non sono finiti”.