Il Pd all’angolo, si difende ma sale imbarazzo su Boschi

Il caso Boschi e l'imbarazzo del PD (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)
Il caso Boschi e l’imbarazzo del PD (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

ROMA. – “Siamo nell’angolo, non riusciamo a uscirne. O facciamo una mossa subito per rialzarci o finiamo a terra”. Lo sfogo di un dirigente di primo piano del Pd, raccolto a Montecitorio, rende il clima di amarezza e sconforto che cresce nel partito, dopo l’ultimo capitolo di Banca Etruria. I Dem fanno quadrato attorno a Maria Elena Boschi e rilanciano il messaggio secondo cui l’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni conferma che l’ex ministra non ha mai fatto pressioni per la banca aretina.

“La verità è più forte di qualsiasi gioco mediatico e speculazione politica”, scrive la sottosegretaria su Facebook. E nel partito e nel governo nessuno per ora pronuncia parole discordanti. Ma l’imbarazzo viene ormai malcelato e cresce, tra gli stessi renziani, la convinzione che sarebbe preferibile che Boschi scegliesse di non ricandidarsi.

A Palazzo Chigi l’audizione di Ghizzoni non viene registrata come una novità, quindi, spiegano fonti parlamentari, resta la convinzione del premier Paolo Gentiloni che Boschi abbia chiarito. I renziani si spingono oltre: “Con le parole di Ghizzoni, Boschi ha già vinto la causa contro De Bortoli. In commissione, oggi come ieri con Visco, eravamo convinti di aver segnato un punto chiaro e netto a nostro favore e invece poi che amarezza, fuori passa tutto un altro messaggio”, racconta uno dei membri renziani della commissione d’inchiesta sulle banche.

La “narrazione” tutta negativa, che secondo i sondaggi attecchisce tra gli stessi elettori Dem, non si riesce a invertire. E aggrava ancor più la situazione il fatto che Ghizzoni abbia chiamato in causa un altro esponente del Giglio magico come Marco Carrai. Della mail dell’imprenditore a Ghizzoni, assicurano in ambienti Dem, nessuno sapeva niente, tantomeno Renzi.

Carrai in una nota spiega di aver agito per conto di un cliente. E il partito prende le distanze, con una dichiarazione autorevole come quella rilasciata del capogruppo Ettore Rosato: “Carrai è un professionista che non ha niente a che fare con il Pd”. Mentre Matteo Orfini va all’attacco della stampa che, afferma, con i titoli che associano Boschi e Carrai diffonde “fake news”.

I Dem ribadiscono che per la sottosegretaria è pronto un posto in lista in Toscana, magari nel proporzionale. Ma tra i deputati di maggioranza c’è chi osserva che la tempesta di fine legislatura sulla sottosegretaria rischia di danneggiare sia il governo Gentiloni, destinato a rimanere in carica nei prossimi mesi, sia il Pd alla vigilia della campagna elettorale.

I renziani speravano di riuscire a calmare le acque prima dell’avvio ufficiale della campagna elettorale, a gennaio. Ma così rischia di non essere. Questo non vuol dire che si ‘abbandonerà’ Boschi: la difesa resta forte e convinta, perché “difendere lei vuol dire difendere il Pd”. E perché si è persuasi che, a tempo debito, anche la causa civile contro De Bortoli darà ragione all’ex ministra.

Ma la campagna elettorale è adesso e certo se fosse Boschi a decidere di sottrarsi al ring della campagna elettorale, scegliendo di non ricandidarsi (e magari – aggiunge qualcuno – lasciare il governo), sarebbe più facile invertire la tendenza negativa e partire al contrattacco. Nelle prossime ore anche la minoranza Pd, che per adesso non ha rotto il fronte, potrebbe decidere di incalzare il segretario, perché arrivi una mossa che consenta di uscire dall’angolo. E fonti orlandiane avanzano la richiesta di convocare la direzione del partito, “che avevamo già chiesto e non si è mai fatta. Probabilmente, alla luce anche di questo momento così delicato, sarebbe necessaria per valutazioni politiche conseguenti”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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